mercoledì 3 aprile 2013

GLI INSEPARABILI


Lo sparo emise un suono secco e acuto, seguito subito dopo da un silenzio tombale, come se il tempo si fosse fermato. Hugo rimase impietrito davanti alla finestra ad osservare l’uomo che si muoveva svelto tra gli alberi nel parco di fronte.
Hugo si precipitò fuori per vedere cosa era successo. Percorse il breve sentiero che lo divideva dal parco e improvvisamente vide un piccolo uccellino ferito. Odiava la caccia, odiava il modo brutale in cui le persone uccidevano gli animali. La morte per svago.
Mentre rimuginava sulla crudeltà dell’uomo che aveva veduto dalla finestra si accorse di un altro uccellino che stava accanto a quello colpito dal cacciatore. La cosa bizzarra che sorprese Hugo era che il secondo uccello non si allontanò dal corpo del suo piccolo amico, nemmeno quando Hugo si avvicinò.
Provò ad osservarlo meglio e si accorse con meraviglia che quei due uccelli erano degli ‘inseparabili’. Gli inseparabili sono degli uccellini originari dall’Africa che non possono fare a meno l’uno del altro.
Hugo si chiese cosa ci facessero due uccellini di una specie così rara in uno squallido parco nella periferia di Parigi.
Nel frattempo aveva iniziato a piovere, Hugo a quel punto prese delicatamente il piccolo uccellino ferito e si affrettò a rientrare in casa, il secondo gli svolazzava sopra la testa ed entrò in casa insieme a lui.
Dovevano per forza appartenere a qualcuno, sicuramente non erano arrivati dall’Africa in volo e nemmeno erano fuggiti da uno zoo, dato che non ce n’erano da quelle parti, rifletté Hugo.
Si sbrigò a cercare ciò che gli serviva per medicare il ferito mentre il secondo pappagallino emetteva strani lamenti. È davvero incredibile questa specie pensò, se non dovesse riuscire a salvare il volatile ferito sarebbe morto di conseguenza anche l’altro, se questo non è amore. Gli venne in mente così la cara Sophie, erano passati anni da quando era venuta a mancare e si poteva dire che quando morì, una parte di Hugo andò via con lei. L’amava così tanto.
Sophie, la gemella di Hugo, a soli diciannove anni si era ammalata di cancro. Proprio lei, la persona a cui teneva di più al mondo. Erano sempre stati molto legati l’uno all’altra. Condividevano tutto e Sophie era stata l’unica persona di cui Hugo si fosse mai fidato.
Quando seppe della malattia della sorella Hugo era rimasto sconvolto, non poteva concepire che Sophie lasciarlo. Fu ricoverata presto, il tumore aveva deciso di non lasciarle molto tempo e Hugo andava a trovarla in ospedale ogni giorno.
Poi il 21 marzo del 1998 se ne andò per sempre, il primo giorno di primavera, il sole era alto nel cielo, il vento ancora gelido. Chiunque avrebbe detto che quella fu una giornata splendida, mentre per Hugo fu la fine della vita dell’unica persona alla quale era affezionato e in un certo senso anche la fine della sua stessa vita.
Negli anni dopo la perdita della sorella Hugo si era chiuso in se stesso e conduceva una vita molto solitaria. In sostanza avrebbe anche potuto avere molti amici e una moglie, chiunque lo avesse conosciuto prima della morte di Sophie l’avrebbe ricordato come una persona simpatica e carismatica, ma questo suo lato scomparse il primo giorno di primavera del 1998.
Negli anni a venire Hugo studiò per diventare veterinario, Sophie amava gli animali, proprio come lui.
L’operazione andò a buon fine, il pappagallo era stato fortunato ad essere colpito proprio davanti alla casa di un veterinario in pensione.
Hugo decise di tenere gli uccelli, erano diventati una piacevole compagnia e li facevano sentire meno solo.
Il giorno seguente era il 21 marzo, Hugo uscì da casa il mattino presto. La pioggia era più intensa del giorno precedente e nulla sembrava ricordare che quello era l’inizio di primavera.
Nonostante il tempo avverso Hugo era felice, si sentì sereno come non lo era stato da anni. Si stava avviando con un grosso mazzo di rose gialle verso il cimitero di Parigi, i fiori preferiti di Sophie, solari come lei. Attraversò alcuni settori finché giunse davanti alla tomba della sua anima gemella. Erano soul mates, qualcosa di più di gemelli biologici, le chiamano così quelle persone fatte per stare insieme e che possono essere fratelli, amici o fidanzati ma quel che conta è che hanno bisogno l’una dell’altra. Che non possono vivere senza l’altro.
Come gli inseparabili se uno muore, muore anche l’altro, perché le soul mates sono due persone che compongono una sola anima. Una persona non può continuare la sua esistenza se metà della sua anima se n’è andata.
A distanza di quarant’anni, Hugo finalmente si era deciso.
E ritrovò la sua anima gemella.

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