lunedì 15 aprile 2013

Angela


Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti uscire e farti una passeggiata. No eh? Proprio non ti va. Ok; poi però non venirmi ha dire che questa storia ti annoiava, perché hai scelto tu di stare ad ascoltarmi.

Era uno di quei bei giorni di primavera, quelli che non ti aspetti. Quelli che hanno i primi timidi fiori appena sbocciati sugli alberi; quelli che non sembrano di primavera, ma d’improvvisa estate. Quelli belli, insomma. Stavo portando a fare una passeggiata la Gio. Giusto, voi non sapete chi è la Gio. La Gio è il mio cane, in realtà si chiama Giovanna, ma io la chiamo “la Gio”. Come al solito continuava a tirare il guinzaglio, perché voleva essere liberata, per andare alla ricerca dei fagiani. Era una lotta; sembrava che di fianco a lei ci fosse Usain Bolt e doveva assolutamente batterlo per arrivare prima, alle Olimpiadi. Comunque; stavamo “passeggiando”, quando ad un certo punto vidi passare una ragazza. Circa della mia età, a quell’epoca. Era bellissima, ma bella. Avete presente quelle ragazze che hanno una bellezza naturale, come ad esempio nei film, solo che me la trovai davanti agli occhi. Carnagione chiara, capelli rossi, un rosso ciliegia, alta, bel fisico: bella. Non aspettatevi la solita scena da Titanic strappalacrime, in cui io da quel momento m' innamorai perdutamente di lei: no. Aveva su le cuffie, stava correndo, ma quando alzò gli occhi e ci vide, si fermò e disse: ” Bel cane, complimenti ”. Devo ammettere che ci rimasi un po’ male, mi aspettavo un “ Bel padrone, complimenti ”, ma sarebbe stato troppo bello. La guardai per tutta la via mentre muoveva quelle splendide gambe, coordinate perfettamente al movimento delle braccia.

Ormai era quasi un’ora che eravamo fuori, la Gio era stanca, aveva la lingua che quasi strisciava per terra. Tornammo indietro per avviarci verso casa, quando ad un tratto, eccola riapparire: ” Ancora lei?! Ma quanto tempo lo porta fuori il suo cane?! Beh, comunque io sono Angela e.. ”, in quel momento mi venne in mente la canzone del film di Checco Zalone; dai, quella che dice “ Faccio la pipì, faccio la popò, ma con la mia mente sto costantemente ad Angela.. ”, comunque.. “ ..e mi sono appena trasferita qui. Bella la città, un po’ meno la gente, ma va bene così: tanto è solo per sei mesi.. ”; rimasi un po’ basito, perché io non avevo detto una parole e lei mi faceva la storia della sua vita. Io risposi: ” Scusi, ma lei certe libertà di dire queste cose dove le trova?! Viene qua e dice ‘la gente meno ospitale’.. Chi si crede di essere?! ”, ma lei rispose: “ Mi scusi, lei chi si crede di essere?!. Parlare così ad una donna, ma si rende conto. Che bel maleducato; vede, conferma solo la mia idea di gente orribile qui.. “. Stavo per esplodere “ Che vuole da noi allora, se ne torni al Sud con i suoi amici siciliani, sardi, quel che è! E io che pensavo che fosse almeno simpatica.”. E lei: “ Almeno simpatica?! Mi sta dicendo forse che sono una brutta donna, che sfacciato! Non si degna nemmeno della mia parola.” Ed ecco la mia cento ventunesima litigata con una donna, questa però era bella, perché ognuno stava della sua idea. Mi piacciono le donne che stanno sulla loro posizione. Vi chiederete cosa successe dopo; beh, potete immaginarlo: si litiga, si litiga, si litiga, fin quando non si finisce a bere un drink insieme. Poi dai, si capisce: da cosa, nasce cosa.. Suvvia non siete mica dei bambini dell’asilo. Così conobbi Angela, mia moglie. Ora devo assolutamente lasciarvi perché se mia moglie scopre che sto narrando la nostra storia, con una leggerissima modifica, mi ammazza!

3 commenti:

  1. CHE BELLO! E poi é diverso dalle solite storie! Brava Ale...no scusa Skizzy!:)

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  2. quando, ad
    Non si degna nemmeno della mia parola> non è degno neppure della mia parola
    cento ventunesima>centoventunesima
    stava della< restava

    mi sarebbe piaciuta di più senza il lieto fine, se, ad esempio,il testo fosse finito con "beh, potete immaginarlo"

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