martedì 16 aprile 2013

GIGI

Se stai per metterti a leggere evita.
Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte.
Per ciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora in tempo. Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla TV. Oppure, se proprio hai tempo da buttare, che so, potresti fare qualsiasi altra cosa, come fanno i giovano d'oggi.
Questo è quello che il nostro protagonista Gigi faceva e fa tutt'ora tutti i giorni, cioè se ne frega dei libri e vive la sua vita giorno per giorno, uscendo e divertendosi con gli amici.
A Gigi  della scuola non importava niente, purtroppo anche dopo tutti gli sforzi compiuti dalla madre per convincerlo ad appassionarsi allo studio e alla lettura.
Gigi se avesse avuto la voglia di studiare sarebbe diventato uno degli miglior  studenti della sua età, ma lui preferiva giocare con i suoi amici e fregarsene della saggezza e dello studio.
La mamma del ragazzo era preoccupata moltissimo del comportamento del figlio, perché temeva per la sua istruzione. Lei non accettava di aver un figlio ignorante. Questo è quello che pensano tutti di quel ragazzo, un buffone, un asino, che non sapeva fare proprio niente.
Una cosa il povero Gigi la sapeva fare e anche bene, era il miglior giocatore di calcio del suo paese e di questo se ne poteva vantare. Lo chiamavano "IL MAGO DEL DRIBBLING", perché quando aveva la palla in mezzo ai piedi era talmente veloce che nessuno riusciva a rubargliela.
Lui aspettava sola che un osservatore lo trovasse e lo sponsorizzasse in una grande squadra, così da poter diventare famoso.
Un giorno mentre Gigi giocava a calcio e si divertiva a fare tanti numeri e goal, un osservatore della primavera del Milan passava proprio davanti al campo, fermandosi a contemplare la grandissima bravura del giovane.
L'uomo aspettò Gigi fuori dal campo finché non ebbe finito, per proporgli un contratto come giocatore professionista.
Gigi accettò subito e prese il contratto che gli avrebbe cambiato la vita e corse a casa.
Arrivato diede il contratto alla madre che lo lesse attentamente e si accorse che per giocare occorreva avere la media del sette in tutte le materie.
Da quel giorno Gigi capì l'importanza dello studio e se voleva essere un grande campione lo doveva essere anche nello studio e nella vita.

3 commenti:

  1. tutt'ora > tuttora
    Gigi, se avesse avuto la voglia di studiare,
    se ne > si
    Un giorno, mentre
    Arrivato, diede
    che, per giocare,
    e, se voleva essere un grande campione,

    ;) vuoi diventare un grande campione? Aspetto i risultati!

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