LA COLLINA

La compagna veniva su, per la scorciatoia che infilava il crinale del colle:tanta era la fretta che i sassi rimossi dai ragazzi, rotolando in giù e urtando i piedi delle signore, non parevano nemmeno avvertiti.

I primi grilli della sera cominciarono a chiamarsi, qualche uliva rinsecchita, nei campi al di là muriccioli, crocchiava cadendo dal ramo sulle stoppie.
Nessuno chiacchierava o cantava più come un'ora fa, sotto i castagni non si intravedeva nulla.
I ragazzi erano sfiniti, senza contare che erano soltanto a metà percorso.
La sera cominciava a scendere e man mano che scendeva i ragazzi perdevano sempre più speranza.
Si erano avventurati in un percorso troppo complesso per la loro età e soprattutto non avevano abbastanza preparazione.
La notte arrivò e con lei anche il freddo. I poveri ragazzi avevano solo il calore dei propri corpi per sopravvivere al freddo.
Riuscirono a superare la prima notte. Alla mattina erano tutti spaventati, ma nonostante questo ripresero il cammino, così da peggiorare la situazione, perché avendo perso tutte le bussole non erano sicuri su quale strada dovessero prendere.
Al pomeriggio cercarono di mettersi in contatto per chiedere aiuto, alla primo tentativo non rispose nessuno, neanche alla seconda, alla terza e alla quarta, persero tutte le speranze, riprovarono ed ecco che risposero.
Si misero d'accordo per il punto di raccolta e si salutarono. I ragazzi pensarono che quell'orrore fosse finito, ma invece non fu così, aspettarono per giorni soccorsi, ma non arrivarono.
I giovani esploratori non volevano restare un altro secondo su quella collina, quindi si misero ad urlare con tutta la voce che avevano in corpo.
Ad un certo punto un elicottero li avvistò, ormai privi di forza salirono sul mezzo che li avrebbe portati in salvo.