martedì 9 aprile 2013

Lui ritornerà

Paul amava quella casa.
Ogni giorno,precisamente al tramonto, si precipitava verso la baia per vedere il sole rossastro,immergersi nell’acqua tiepida, la brezza estiva che gli scompigliava i lunghi capelli biondi. Se ne stava lì per ore,a fissare la casa dei suoi sogni,ad ammirare il magnifico paesaggio. Volete sapere perché al ragazzino piaceva tanto quel posto? Ora ve lo spiegherò. Paul aveva esattamente sette anni quando il padre Jean lo portò per la prima volta. “Quando sarai più grande,mio piccolo figliolo,io comprerò questa meravigliosa casa solo per me e te!”. “ Sul serio papà? Me lo prometti?” .“Te lo prometto!”. E Paul ci sperava,ci sperava con tutto il cuore. Non vedeva l’ora di crescere,di diventare un grande uomo. Lui e Jean vivevano in una piccola casetta di campagna,erano molto poveri. Ma,nonostante questo possedevano una piccola barca,la barca delle avventure. La mattina presto,all’alba,erano soliti fare delle lunghissime gite sul mare. Facevano finta di essere pirati,di cavalcare le onde del mare,di essere abili pescatori o esperti viaggiatori. Ma la cosa che piaceva di più al piccolo Paul era fingere di essere avventurieri,proprio come Indiana Jones. Si tuffavano in acqua e facevano finta di essere attaccati da squali, da sanguisughe,da enormi mostri marini.
Combattevano contro queste creature immaginarie,era così divertente. Al tramonto ritornavano alla baia e su un piccolo scoglio guardavano con occhi vivaci e felici quella casa,una casa disabitata,la casa più bella. Un giorno se ne stavano sulla barca,Jean era al timone e Paul era a prua. Quel giorno erano pirati,quel maledetto giorno. “Spugna passami il cannocchiale!” gridava Jean e subito dopo Paul:” Ai suoi ordini capitano! Ecco Uncino!” . Solo per quella notte decisero di dormire in barca. Stesero una coperta e se ne stettero a guardare per un po’ le stelle,e Jean insegnava al figlioletto le incredibili e magnifiche costellazioni. Capitan Uncino vide delle strane nubi avvicinarsi fra di loro nel cielo che un attimo prima sembrava così limpido. Questione di qualche minuto e incominciò a piovere,dapprima una pioggia leggera,ma subito dopo si fece copiosa. La barca oscillava così tanto che nemmeno Spugna riusciva ad aiutare il suo povero capitano a guidarla e condurla a terra ferma. Una tremenda nebbia oscurò tutta la visuale ai due pirati. Non si vedeva più nulla. La barca andò a sbattere contro lo scoglio,lo scoglio proprio verso la baia,quello proprio verso la casa dei sogni di Paul e Jean. La barca si spezzo con niente, Paul a stento riusciva ad alzarsi. Raccolse le sue ultime forze,ma non trovò più il padre. “Papà,papà dove sei finito?”, “Papà,papà ti prego rispondimi!”. Scoppiò in pianto. Il padre,era stato inglobato dal mare. Ormai era troppo tardi. Paul si svegliò,su una piccola spiaggia sabbiosa,pensò fosse stato solo un sogno,ma purtroppo non fu così. I giorni da pirata,i giorni da avventuriero con suo padre erano finiti per sempre. La casa dei sogni,la barca delle avventure. Nulla più aveva un senso senza Jean. Ed ora ritorniamo alla situazione iniziale,ora sapete perché il piccolo Paul amava e odiava allo stesso tempo quel posto più di qualunque altro. Ma perché proprio al tramonto? Semplicemente perché il sole se ne andava per poi ritornare in cielo il giorno dopo,anche Jean se n’era andato e Paul sperava che da un giorno all’altro potesse ritornare.

Il mare è un nemico che gli uomini si sforzano di amare.
-Cit. Giovanni Papini 


1 commento:

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.