Il sole stava per scomparire dietro le altissime cime delle immense
palme piumate, fra un mare di fuoco che arrossava le acque del fiume, facendole
sembrare bronzo appena fuso, mentre a levante un vapore violaceo, che diventava
di momento in momento più fosco, annunciava le prime tenebre.
Un uomo stava ritto sulla riva, appoggiato al fusto d'una giovane palma che riposava.
Sì, si stava riposando dopo due giorni di fuoco, e l’unica cosa che voleva era godersi il tramonto, il mare, la testa che pensa ad altro, l’essere sdraiato accanto ad una pianta, per ripensare a tutto il dolore.
Corse per tantissimi kilometri in una foresta, completamente al buio. Non sapeva neanche dove fosse. Corse tutta la notte. Era stravolto. Non ci fu nemmeno un rifugio nei paraggi e così si accontentò di sdraiarsi accanto ad una pianta e riposare.
Non dormì neanche per un minuto. Non riusciva a far altro, se non a pensare perché avessero ucciso la sua famiglia, perché ce l’avessero con lui e perché non è rimasto nella sua capanna con sua moglie e suo figlio.
Dormì circa quattro ore. Si svegliò e vide in lontananza degli uomini con degli archi in mano e cercarono qualcuno o qualcosa. Si alzò in piedi e vide un uomo che si girò di scatto e disse “E lui, forza prendiamolo”. Elia ricominciò a correre, era stanchissimo, ma sapeva che se si fosse fermato gli uomini non avrebbero esitato a conficcargli una freccia nel cuore.
Corse tutta la mattina, forse li aveva seminati. Trovò una capanna, si fermò. Non avete idea di quanto avesse voluto bere, anche solo un bicchiere! Si sdraiò all’interno della grotta, tentò di riposare. Passò circa un’oretta, poi si svegliò e vide due uomini, a circa mezzo metro di distanza, con gli archi puntati verso lui. Era terrorizzato.
Gli uomini dissero: “Addio Elia”. Stavano per scagliare le due frecce, quando all’improvviso i due uomini si accasciarono per terra morti, con due frecce nella schiena. L’uomo che li aveva uccisi si rivolse a Elia e disse: “Vattene da qui, vogliono tutti te perché se il nipote dell’ex re del villaggio”
“Mio nonno?”
“Esatto, ti vogliono morto perché pensano che tu sia uguale a lui”
“In che senso?”
“Non lo sai?”
“No!”
“Tuo nonno aveva sterminato tutto il villaggio per paura che qualcuno potesse prendere il suo posto, per questo ce l’hanno con te e con la tua famiglia! Ora va! Oltrepassa le colline che vedi là in fondo. Ecco, dietro esse c’è una valle, attraversala e ti troverai in prossimità del Nilo. Se troverai il fiume allora sarai salvo, se no, ti uccideranno”
Elia cominciò a correre più veloce del vento, riuscii a fare tutto il percorso che quell’uomo gli disse, arrivano così davanti al Nilo.
Tutto era calmo sulle rive del maestoso Nilo.
Il sole stava per scomparire dietro le altissime cime delle immense palme piumate, fra un mare di fuoco che arrossava le acque del fiume, facendole sembrare bronzo appena fuso, mentre a levante un vapore violaceo, che diventava di momento in momento più fosco, annunciava le prime tenebre.
Elia stava ritto sulla riva, appoggiato al fusto d'una giovane palma che riposava.
Un uomo stava ritto sulla riva, appoggiato al fusto d'una giovane palma che riposava.
Sì, si stava riposando dopo due giorni di fuoco, e l’unica cosa che voleva era godersi il tramonto, il mare, la testa che pensa ad altro, l’essere sdraiato accanto ad una pianta, per ripensare a tutto il dolore.
Elia era appena ritornato a casa, dopo aver controllato se
nei dintorni ci fosse stato qualcosa che non andava: qualcosa di diverso. Ma
niente di tutto ciò, era tutto noiosamente normale: gli uccellini che
cominciarono a cantare e il silenzio inquietante che li circondava, prima uno,
poi l’altro. Quando tornò a casa vide Henri che gli corse in braccio e la
moglie che lo accolse in casa. Avevano appena finito di cenare con la lepre che Elia aveva
catturato il giorno prima. Il padre mise a letto il bambino e lo salutò
dicendo: “A domattina, tesoro.”; peccato che il domattina non ci fu per
nessuno, se non per lui.Appena si mise a letto sentì degli strani rumori provenienti
dalla “cucina” (se così possiamo chiamarla…), si alzò dal letto, ci si recò e
vide lo spettacolo più straziante di tutta la sua vita: sua moglie era appena
stata pugnalata.Scoppiò in lacrime. Gli mancò il respiro. Aveva il cuore in
gola. Si alzò in fretta per andare in camera del bambino, ma purtroppo anche
per lui era giunta la fine. Elia gli si accasciò di fianco. Il bambino era steso
in terra, con un pugnale nel cuore; stesso metodo della madre. Elia cominciò a
gridare a squarciagola e disse:” Che cosa vuoi? Che cosa vuoi? Che cosa vuoi
maledetto? Che ti ho fatto? Chi sei?”. E l’uomo rispose:” Ti conviene andartene
se anche tu non vuoi questo. Ti conviene scappare se anche tu vuoi questa morte
felice…”. L’uomo non aveva neanche finito di parlare che Elia uscì di casa come
una furia. Non aveva niente con sé, solo la sua tunica che indossava sempre.
Fuggì.Corse per tantissimi kilometri in una foresta, completamente al buio. Non sapeva neanche dove fosse. Corse tutta la notte. Era stravolto. Non ci fu nemmeno un rifugio nei paraggi e così si accontentò di sdraiarsi accanto ad una pianta e riposare.
Non dormì neanche per un minuto. Non riusciva a far altro, se non a pensare perché avessero ucciso la sua famiglia, perché ce l’avessero con lui e perché non è rimasto nella sua capanna con sua moglie e suo figlio.
Dormì circa quattro ore. Si svegliò e vide in lontananza degli uomini con degli archi in mano e cercarono qualcuno o qualcosa. Si alzò in piedi e vide un uomo che si girò di scatto e disse “E lui, forza prendiamolo”. Elia ricominciò a correre, era stanchissimo, ma sapeva che se si fosse fermato gli uomini non avrebbero esitato a conficcargli una freccia nel cuore.
Corse tutta la mattina, forse li aveva seminati. Trovò una capanna, si fermò. Non avete idea di quanto avesse voluto bere, anche solo un bicchiere! Si sdraiò all’interno della grotta, tentò di riposare. Passò circa un’oretta, poi si svegliò e vide due uomini, a circa mezzo metro di distanza, con gli archi puntati verso lui. Era terrorizzato.
Gli uomini dissero: “Addio Elia”. Stavano per scagliare le due frecce, quando all’improvviso i due uomini si accasciarono per terra morti, con due frecce nella schiena. L’uomo che li aveva uccisi si rivolse a Elia e disse: “Vattene da qui, vogliono tutti te perché se il nipote dell’ex re del villaggio”
“Mio nonno?”
“Esatto, ti vogliono morto perché pensano che tu sia uguale a lui”
“In che senso?”
“Non lo sai?”
“No!”
“Tuo nonno aveva sterminato tutto il villaggio per paura che qualcuno potesse prendere il suo posto, per questo ce l’hanno con te e con la tua famiglia! Ora va! Oltrepassa le colline che vedi là in fondo. Ecco, dietro esse c’è una valle, attraversala e ti troverai in prossimità del Nilo. Se troverai il fiume allora sarai salvo, se no, ti uccideranno”
Elia cominciò a correre più veloce del vento, riuscii a fare tutto il percorso che quell’uomo gli disse, arrivano così davanti al Nilo.
Tutto era calmo sulle rive del maestoso Nilo.
Il sole stava per scomparire dietro le altissime cime delle immense palme piumate, fra un mare di fuoco che arrossava le acque del fiume, facendole sembrare bronzo appena fuso, mentre a levante un vapore violaceo, che diventava di momento in momento più fosco, annunciava le prime tenebre.
Elia stava ritto sulla riva, appoggiato al fusto d'una giovane palma che riposava.
E lui>è lui
RispondiEliminaavesse voluto bere>avrebbe voluto bere
cerca di non mettere troppi dialoghi
;)