martedì 30 aprile 2013

LA GROTTA

Erano appena passate le quattro di un pomeriggio di primo autunno.
Sandra, la domestica, si staccò dalla finestra della cucina che dava sul lago con le labbra serrate; da mezzogiorno, era già la quindicesima o ventesima volta. Questa volta, mentre veniva via, disfece e riannodò distrattamente le stringhe del grembiule,poi prese il secchio e iniziò a lavare freneticamente il pavimento. Erano ore che aspettava l’arrivo della sorella Linda, e si era veramente scocciata.

Linda era stata incaricata di andare al mercato del paese, le era stato detto di tornare al più presto, ma evidentemente chi glielo aveva ordinato non la conosceva.
Linda odiava lavorare al castello, anzi non le piaceva proprio lavorare. Era la persona più scansafatiche che si potesse incontrare, tutto il contrario della sorella maggiore Sandra. L’unica cosa che amava fare, oltre al far niente, era osservare la natura: poteva restare seduta per ore ad osservare gli animaletti che popolavano i boschi vicino al castello.
Quella mattina non andò al mercato, ma si fermo nei pressi di un piccolo laghetto nel centro della boscaglia. Pensava di essere una delle poche persone a conoscerlo, e forse era proprio così perché era nascosto dalla fitta vegetazione, e solo una bambina poteva farsi strada.  Le acque dello stagno era stranamente limpide e si riusciva ad ammirare il fondale, ai lati crescevano alte le piante acquatiche e alle volte il gracidare delle rane era insopportabile.

Dietro allo stagno c’era una grotta la cui roccia, quando illuminata dal sole, splendeva come i diamanti. Linda li aveva viste molte volte al collo di molte vecchie signore al castello.  Ma la cosa che la affascinava di più era lo strano buio luminoso: la grotta era buia ma alla fine si poteva notare una fioca luce che brillava.

Linda, dopo aver passato settimane a fissarla, si decise a scoprire cosa ci fosse dopo quella luce. Senza paura iniziò ad addentrarsi nell’oscurità, e inizio così a camminare a camminare e a camminare fino a quando non iniziò a sentire dei passi. All’inizio non ci fece molto caso, ma poi questi passi iniziarono a farsi sempre più forti, un crescendo di tamburo. Più si inoltrava nella grotta più tutto si faceva più nero e scuro, stava morendo di paura.

 Ad un tratto senti la terra sotto i suoi piedi tremare, la fievole luce alla fine della grotta si spense e udì una voce amica chiamarla per nome.

1 commento:

  1. fermo >fermò
    piccolo laghetto > laghetto
    senti <sentì

    il secchio non è una metonimia

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