"Cosa
prendiamo?" chiese la ragazza. Si era tolta il cappello e lo aveva messo
sul tavolo. "Fa piuttosto caldo" disse l'uomo.
-Forse
sei troppo agitato, è solo un viaggio e, dopotutto, sei abituato a vagabondare per il mondo..- disse la
ragazza facendo scorrere la sua mano lungo il tavolo, per intrappolare quella
dell’amico, senza smettere di guardarlo negli occhi.
-Non
si tratta ‘solo di un viaggio’. Per me è qualcosa di molto più importante.-
rispose Edward, biascicando quelle poche parole in spagnolo da lui conosciute,
accompagnate da un buffo accento americano. Si liberò dalla presa e incrociò le
braccia davanti al petto chiudendosi in se stesso per qualche minuto.
Dalila,
presa dal nervosismo, iniziò a picchiettare le dita sul tavolo, sfiorando ogni
tanto il grande cappello di paglia poggiato davanti a lei. Il vento soffiava
forte quel giorno, il piccolo nastro di raso multicolore legato al copricapo
iniziò a sventolare rivolto verso i binari occupati da treni carichi di persone
in arrivo da ogni parte del mondo. In quel silenzio, Dalila si perse a pensare
a tutte le persone che viaggiavano continuamente come Edward. Mai una città lo
avrebbe colpito così tanto da permettergli di restare per sempre; eppure era convinta
di esserci riuscita, di aver fatto innamorare Edward di quel luogo.. Invece
come sempre, stava per fuggire, come per evitare di affezionarsi troppo.
Le
filze di tubetti di bambù ondeggiavano sinuose al passaggio del vento,
scontrandosi tra di loro e creando quasi una piccola ed impercettibile melodia.
Edward
la osservava di nascosto, cercando di capire cosa le passasse per la mente.
Fissava distratta i giochi di ombra che, grazie al sole, si creavano sul
lastricato.
-Hai
deciso che non mi parlerai finché non partirò?- ironizzò Edward posando i
gomiti sul piccolo tavolo condiviso. Dalila continuò a rimanere in silenzio. Il
suo vero problema, forse era proprio che si era innamorata di Edward, ma questo
stava per andarsene per sempre. Confessarglielo in quel momento era inutile,
non sarebbe di certo cambiato qualcosa! Avrebbe dovuto dirglielo quando si
trovavano proprio sulla riva dell’Ebro, mentre osservavano il tramonto. Aveva
perso l’occasione e si doveva rassegnare.
All'altoparlante venne annunciato che il treno era giunto in stazione. Edward, capì che era
meglio andarsene, lasciando che Dalila sprofondasse nel suo silenzio. Gli
dispiaceva lasciarla li, avrebbe voluto regalarle almeno un ultimo abbraccio,
dato che da tempo sentiva di aver maturato più che un affetto per lei, forse s’era
addirittura innamorato.
L’uomo
afferrò la valigia, lanciò un’ultima occhiata alla ragazza e si diresse verso
il binario, trascinandosi il peso di un cuore spezzato.
Dalila
invece, rimase qualche secondo seduta al tavolo cercando di trattenere le
lacrime. Odiava piangere, specialmente in luoghi affollati. Si alzò e si
allontanò velocemente dal tavolo.
Pochi
passi e sentì una voce chiamarla.
-Signorina,
ha dimenticato il suo cappello!- era una voce che Dalila conosceva bene… Si
girò di scatto lasciando che la gonna del suo abito ruotasse insieme a lei.
Edward
la osservava sorridendo e stringendo la valigia in un mano e il cappello nell'altra.
Lasciò andare entrambe, stringendo a sé Dalila e finalmente sfiorò le sue tanto
agognate labbra.
Toglierei l'ultima frase, il testo risulterebbe più efficace
RispondiElimina:)
Ha ragione prof, avevo infatti fatto fatica a trovare un finale 'giusto', ma è meglio senza.. Grazie :)
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