martedì 30 aprile 2013

IL FARO DI ALESSANDRIA

Tutto era calmo sulle rive del maestoso Nilo.

Il sole stava per scomparire dietro le altissime cime delle immense palme piumate, fra un mare di fuoco che arrossava le acque del fiume, facendole sembrare bronzo appena fuso, mentre a levante un vapore violaceo, che diventava di momento in momento più fosco, annunciava le prime tenebre.
Un uomo stava ritto sulla riva, appoggiato al fusto d'una giovane palma...Il fiume scorreva lento come i pensieri che assalivano Hassan.
Veniva da Alessandria d’Egitto e il suo unico scopo era salvare la sua città; all’interno del faro di Pharos era stata rubata una lastra di bronzo che serviva, di giorno a riflettere la luce dei raggi solari sul mare, così da permettere alle navi  la vista del riflesso anche a tanti chilometri di distanza, e di notte, diventava una “pietra trasparente” attraverso la quale si potevano scorgere le imbarcazione ad occhio nudo.
Il faro era importante sia per la sicurezza della città, ma anche per i naviganti, in quando il mare era la principale via di comunicazione tra l’occidente e l’oriente.
Hassan seguiva una pista che attraverso una delle strade più antiche e lunghe, lo portava dalla foci del Nilo all’interno del deserto del Sahara.
Il deserto sembrava un mare di onde   con le sue dune modellate dal vento in mille forme e alte fino ad un centinaio di metri.
Dopo ore di camminata, ai piedi di Hassan iniziavano a formarsi le vesciche e il dolore si faceva sentire, inoltre le scorte d’acqua calavano, e il calore diventava sempre più intenso.
Il sole che lo tormentava tutto il giorno, lasciava il posto alla notte, dove nel cielo limpido brillavano centinaia di stelle e la luna era piena.
La notte portava però altre insidie; scorpioni e serpenti con code piene di veleno, si spostavano mimetizzandosi perfettamente con la sabbia,  in cerca di cibo.
Al mattino, Hassan vedeva degli avvoltoi che incominciavano a girare sulla sua testa, e gli appariva un’oasi; non sapeva se era un miraggio.
Dopo pochi metri  scorgeva  un pozzo molto profondo illuminato da una luce immensa generata dai frammenti  della pietra trasparente e con fatica riusciva a recuperarla.
Hassan tonato ad Alessandria d’Egitto fu onorato come benefattore della sua città, per aver avuto successo nella sua impresa, riportando la pietra nel faro, ridando un’atmosfera magica e fiabesca.

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