Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero. Salvati. Ci sarà pure qualcosa di meglio alla tv. Oppure, se proprio hai del tempo da buttare, che so, potresti startene qui a sentire ciò che vorrei raccontare. Sei veramente coraggioso,ma … sicuro di volere continuare questo viaggio pieno di paura? Bene,l’hai voluto tu. Si comincia. Quando successe il terribile accaduto era una giornata d’inverno,fredda e cupa come non mai.
Me ne stavo tranquillo a casa, nel letto con un mal di testa atroce. Non riuscivo ad addormentarmi. Era stata una giornata pesante in ufficio,sono stato quasi licenziato dal mio capo,ma ora passiamo alle cose più importanti, a quello che mi spinge a scrivere a mezzanotte su un foglio volante trovato per caso nel cassetto della mia cucina. Odio scrivere. Quindi, se ho preso una matita in mano,deve essere successo un fatto straordinario,al di fuori di ogni immaginazione. Cominciai a contare le pecore,ma nulla. Non prendevo sonno,cominciai a innervosirmi sempre di più finché non sentii degli strani rumori provenire dal giardino. “Maledizione!” pensai. Sicuramente,il gatto dei vicini stava cominciando a graffiare con i suoi tremendi artigli le ante della mia porta-finestra. Poi,mi sarebbe toccato riverniciarle per la terza volta di fila in questo mese. Odio i gatti. Continuai a contare le mie amatissime pecorelle,sperando che quella bestia se n’andasse dal mio prato. Ma no,le mie ante gli parevano troppo seducenti. Perché andarsene? Ma ora,sembrava che qualcuno stesse bussando alla finestra. Magari erano i lunghi rami di pesco che picchiettavano contro il legno? Bah,era inutile starmene nel letto a pensare. Mi alzai. Se fosse stata la signora Rossini che voleva un po’ di zucchero per la preparazione delle sue torte notturne,l’avrei sgozzata. Aprì la finestra. Poi le ante. Il nulla. Ma che scherzo era mai questo?! Non mi stavo divertendo affatto ed il mio mal di testa certo non migliorava. Ero scalzo,in pigiama,nel mio giardino,sicuro di avere sentito qualcuno graffiare e poi bussare sulle ante della mia finestra. Mi sentivo troppo sciocco. E poi il panico totale. Sentivo bussare ancora! Nono,ero fuori di me. Il mal di testa mi stava facendo impazzire. Ma magari fosse stata solo la mia immaginazione. I rami del pesco cominciarono a oscillare velocemente facendo cadere tutta la neve. Stavo tremando,ma non solo per il freddo. “Chi va là?” gridai. “Chiunque tu sia,sappi che non è un bello scherzo!”. Sentii dei respiri affannosi,poi una voce cupa come posseduta. Un brivido di gelo mi percorse tutta la schiena. “Chi sei? Ti prego non farmi del male,perché io? Che t’ho fatto?” . La stessa voce penetrante si mise a ridere,io mi misi a piangere. Per la prima volta in tutta la mia vita,spaventato com’ero, io Marcello Salvatori,piansi. Non riuscivo a capire cosa volesse da me quella creatura invisibile. Ero terrorizzato. “Dove sei? Dove sei?” urlai singhiozzando. Quella notte,la sola,avrei preferito fosse la signora Rossini. Invece,ero perseguitato da uno spirito ignoto e maligno. “Fatti vedere canaglia!” dissi sempre fra le lacrime e con il cuore in gola. Vidi che,man mano sulla neve,cominciavano ad apparire delle orme sempre più vicine a me. Finché non sentii l’alito gelido del mostro rizzarmi i pochi capelli. Urlai con tutta la mia forza,emisi un urlo tremendamente potente,ma subito qualcosa mi fece tacere. Un qualcosa di nero stava comparendo pian piano proprio davanti a me. E lo vidi. Era alto come me,tutto nero,incappucciato,ma da una piccola fessura si potevano benissimo scorgere gli occhi rossi e i denti gialli affilati. Vidi quella enorme bocca spalancarsi,già potevo sentire i denti che mi perforavano il corpo senza un briciolo di pietà. Poi,riuscì a intravvedere un’altra figura. Urlai. “Marco,Marco lo zucchero per favore aprimi sono io!”. Mi svegliai di colpo. Era solo un sogno,che sollievo! Andai in cucina,aprì la finestra e mi trovai davanti la signora Rossini,l’abbracciai (cosa stranissima) e le diedi lo zucchero. Lei mi guardò dritto negli occhi e mi disse:” Marco,che hai fatto a quella faccia? Hai per caso visto un fantasma?”. Risi e me ne ritornai a letto. Erano le quattro del mattino. Mi risvegliai carico di energia. Colazione,giornale e ufficio. Fu proprio a lavoro che scoprii una cosa pazzesca,anormale. C’erano giornalisti d’ovunque ,non sapevo perché. Mi recai da uno di loro chiedendo cosa fosse successo. “L’altra notte ci sono state 5 vittime,l’assassino pare porti un cappuccio e sia tutto nero … l’ha mai visto in giro di notte? Stiamo cercando di indagare un po’ da tutte le parti della città. E’ troppo pericoloso!”. “No signore.” Gocce di sudore mi colavano dalla fronte. “Si sente bene?” Non risposi e me ne andai a riflettere in bagno davanti allo specchio. Non era stato un sogno. Avevo una bruttissima cera. Pensai. Io avrei dovuto essere la sesta vittima probabilmente,ma non mi ha ucciso. Non so come,non so perché ma credo che sia stata la signora Rossini a salvarmi la pelle. Ma il “fantasma” lei non lo vedeva,ed io mi svegliai ancora a letto. Questo non so proprio spiegarmelo. Se ora non riuscirai a dormire questa notte,non darmene colpa … sei stato tu a volere continuare.
:)
RispondiEliminaGrazie prof :)
EliminaBello! Brava Chicca!
RispondiEliminaGrazie dalcyyy
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