martedì 9 aprile 2013

La follia

Ma quando ci s'immergeva, sopra quella rena bianca e farinosa c'era solo la luce verde dell'acqua, e di ogni pesce grosso si vedeva l'ombra molto tempo prima che quello potesse raggiungere la spiaggia.
Derek fissava l'orizzonte. Abbassò lo sguardo sul grande oceano, le cui acque gli ricordavano gli occhi di sua figlia Kate, blu scuro, profondi come un abisso.
Aveva perso Kate a causa di una malattia che l'aveva sottratta alla vita a soli tre anni. Lucy, la moglie di Derek, l'aveva lasciato pochi mesi prima e da allora, la vita sembrava abbandonarlo di giorno in giorno. La solitudine a cui non era abituato sembrava ucciderlo. Il silenzio gli lasciava troppo tempo per pensare e, quando i pensieri prendevano il sopravvento, neanche il violento scrosciare delle onde superava l'intensità della sua mente folle.  
Quel giorno il sole era celato da un gruppo di nubi scure e soffiava una brezza fredda che faceva tremare le foglie delle palme. I cristalli di sabbia sembravano piccole lame fredde e le prime gocce cominciarono a scendere dal cielo. Derek salì su un promontorio vicino alla sua casa senza preoccuparsi del maltempo. La pioggia gli rigava il volto e il vento gli spettinava i capelli. La mente malata di Derek lo condusse fino al bordo del promontorio. Prima di compiere l'ultimo passo, guardò le acque dell'oceano. Ora non erano più limpide ma erano di un colore verdastro. Per l'ultima volta si perse in quel paesaggio, inghiottito dalle fredde acque assassine.

4 commenti:

  1. limpide ma >limpide, ma
    :''( ma... :)

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  2. Anche se breve, il tuo testo mi è piaciuto molto... il nome DEREK è proprio casuale... vero? ;)

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