Il silenzio della neve, pensava l'uomo seduto dietro all'autista del pullman. Se questo fosse stato l'inizio di una poesia avrebbe chiamato "silenzio della neve" ciò che sentiva dentro.
Aveva preso il pullman che l'avrebbe portato da zona Basiglio alla stazione centrale di Milano; da lì un altro autobus l'avrebbe portato all'aereoporto per intraprendere un lungo viaggio con destinazione Bogotà, capitale della Colombia.
Armando era appena uscito dal carcere, dopo aver scontato tre lunghi anni per spaccio e contrabbando. Appena ventenne, era diventato corriere delle droga e aveva atraversato mezzo mondo, correndo molti rischi, ma guadagnando bene per lui e la sua famiglia. Era cresciuto in fretta; amava la bella vita e aveva sempre molto denaro a disposizione.
Aveva però pagato per le sue azioni e così, in uno dei suoi viaggi, si ritrovò in un ufficio di polizia per rendere conto di un bagaglio sospetto...
Solo, aveva affrontato processo, condanna e pena. Si era ritrovato ad avere molto tempo, in prigione, tempoper riflettere sulla sua vita e sul suo significato e per pensare a quello che voleva fare una volta imparata la lezione.
La neve gli ricordava molto il suo villaggio natale, a 2.500 mt., che era per buona parte dell'anno imbiancato . I bambini del suo villaggio giocavano felici nella neve facendo dimenticare la miseria che li circondava
La neve di oggi era silenziosa e portava malinconia all'uomo.
Era stato in disparte per tutto il tragitto del pullman, incontrando visi sconosciuti, che non avevano nulla a che fare con lui; ognuno pensava a se stesso, e anche lui.
Forse, a casa sua, avrebbe rivisto la sua famiglia(non ne aveva notizie da tempo), intrapreso un nuovo mestiere, ritrovato la serenità e la gioia dei bambini del villaggio; forse, anche la neve non sarebbe stata più così silenziosa.
Aveva, però, pagato
RispondiEliminatempoper>tempo per
facendo dimenticare> dimenticando
attenta alle incongruenze: dove abita l'uomo? e dove va?