lunedì 22 aprile 2013

Sorbetto al limone

... anche io l'avevo vista, fu un'occasione fortuita: sentii delle gocce sul collo, così guardai verso l'alto e la riconobbi, era la contessa di cui tutti parlavano.
Indubbiamente era molto bella, ma io preferivo la mia Elena, una bellezza tutta italiana! Comunque io mi trovavo li perché facevo parte della scorta per la misteriosa contessa che dalla Francia, passando prima per la Corsica, sarebbe giunta a Catania per una vacanza, bah questi francesi! Io ero uno dei più giovani, ma non andavo in subbuglio per la contessa Fontaishen o come si chiama. Indossava sempre bei vestiti, che davano l'aria di essere tutt'altro che comodi, poi con il caldo di quei giorni doveva essere insopportabile!
La notte però era piacevole una brezza fresca dava sollievo dalla cocente giornata. Comunque mancava poco più di un giorno di viaggio quando venimmo a conoscienza che la sera del 7 Luglio la contessa voleva ricevere a cena la scorta. Ovviamente erano tutti estasiati, meno uno, io. Tutti i miei compagni non fecero altro che parlare dell'evento, tutti volevano vedere finalmente la contessa. Molto strano é il fatto che chi la proteggeva non le stava accanto (a eccezione del capo), ma si limitava a proteggere le "stanze"della nobile donna. Io e mi miei compagni avevamo uno stanzone in comune, davvero orrendo e lei aveva delle STANZE!!! Il tempo volò, si fecero le otto di sera. Tutta la scorta era elegantissima, ai miei occhi eravamo tutti dei pinguini molto brutti. La sala era ben arredata, c'erano diversi tavoli rotondi. C'erano i segnaposti per ognuno di noi, cercai il mio, ma non lo trovai così chiesi al capo e mi disse che ero al tavolo con lui e la contessa. Mi venne un colpo, ero l'ultima delle persone presenti a voler stare li. Penso che mi scelse proprio per quello, tutti gli altri avrebbero messo in imbarazzo il capo con le loro continue domande alla contessa. Mentre pensavo alla serata che avrei dovuto passare entrò la signorina Fontaishen. Era davvero abbattuta poverina, aveva un'aria triste... accennò qualche sorriso, ma si capiva che non andava qualcosa. Però la cosa non mi toccava più di tanto, voglio dire anche i ricconi non possono avere tutto. Durante la cena notai una certa simpatia tra lei e il capo, d'altronde passava  con lui tutto il tempo, avranno fatto conoscenza, pensai. Arrivati al dolce a tutti noi fu offerta una torta al cioccolato: buonissima. La contessa, però, prese un sorbetto al limone, da quanto avevo capito non le piaceva il cioccolato. Finito il dessert salutammo la contessa e andammo a letto. Il mattino seguente mi svegliai a causa dell'inusuale agitazione delle persone a bordo. Mi vestii e uscii dallo stanzone (mi resi conto solo allora di essere completamente solo). Un mio compagno mi raggiunse, aveva un'espressione davvero provata e mi disse che la contessa era stata avvelenata ed era morta durante la notte. Il capo ci chiamò in raccolta e raccontò i fatti di cui eravamo a conoscenza. Il medico di bordo constatò la causa delle morte: avvelenamento. Fortunatamente alcuni piatti e bicchieri usati la sera prima non erano ancora stati lavati e, annusando attentamente il bicchiere del sorbetto, il capo riconobbe il veleno. Io ero scioccato, avevo cenato insieme a lei poche ore prima e ora giaceva senza vita nel suo letto. Iniziarono le indagini e ovviamente tutti puntammo allo chef che aveva preparato l'intera cena, e poi passammo ai camerieri. Nessuno aveva un alibi: tutti e tre i camerieri della contessa erano stati soli almeno una volta prima del dessert e anche lo chef. Però nessuno aveva un motivo per ucciderla, a quanto ho sentito era ben voluta. Oppure uno di loro mentiva, magari la conosceva molto meglio, forse aveva una relazione con lei... ma sinceramente non dava l'aria di essere una ragazza del genere. Forse era il contrario, l'assassino voleva una relazione che lei non accettava... questo é plausibile. Escludemmo quindi tutte le persone a bordo, anche perché alcuni miei compagni erano rimasti di sorveglianza durante la notte... ecco! I miei compagni pensai, magari uno di loro! Così posi qualche domanda, ma non ottenni nulla, tutti erano rimasti al loro posto. L'assasino doveva essere qualcuno che conosceva la contessa, qualcuno che passava tempo con lei qualcuno che non dava nell'occhio al suo fianco:  il capo.

1 commento:

  1. bella, ma
    Corsica, sarebbe
    meno uno, me> meno uno, io
    sorriso, ma
    contessa, però,
    lavati e, annusando attentamente il bicchiere del sorbetto, il
    sono stati soli > erano stati soli
    daltronde> d'altronde
    conoscieva > conosceva
    domanda, ma

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