martedì 30 aprile 2013

Il ladro di gioielli

Tutto era calmo sulle rive del maestoso Nilo.

Il sole stava per scomparire dietro le altissime cime delle immense palme piumate, fra un mare di fuoco che arrossava le acque del fiume, facendole sembrare bronzo appena fuso, mentre a levante un vapore violaceo, che diventava di momento in momento più fosco, annunciava le prime tenebre.
Un uomo stava ritto sulla riva, appoggiato al fusto d'una giovane palma...


La notte era luminosa, perché il cielo era colmo di stelle.

Finché tutt'ad un tratto, L'uomo sentì,più volte, una voce pronunciare il suo nome. Si girò per vedere chi fosse, ma non c'era nessuno. Hasan, allora, decise di andare a controllare se ci fosse veramente qualcuno. Ad un certo punto,  sentì ancora la voce e seguendola arrivò fino nei pressi della piramide, appena costruita. Arrivato vicino al grande monumento, senti una scossa e si aprì una botola, che lo fece cadere nelle "viscere" della piramide. Alla fine del tunnel, arrivò nella tomba del faraone Tutankhamon... Gli era stato servo per tutta la durata del suo regno. La stanza era affrescata con dei disegni stupendi. Il sarcofago del faraone era in oro massiccio, ricamata con una moltitudine di pietre preziose. Hasan era curioso di osservare l' interno del sarcofago. In quei tempi, era proibito aprire le tombe ed entrare nelle piramidi. Bisognava avere del fegato. Hasan, voleva scoprire come fosse una tomba, quindi prese uno scettro d'oro massiccio per fare leva, per sollevare il "coperchio" della bara. L'uomo, riuscì ad aprirla anche se con molta fatica. Per sbaglio, gli cadde il "coperchio" e fece un gran frastuono. Le guardie, si accorsero dell'intruso e cominciarono a inseguire Hasan. Quest'ultimo cominciò a correre come una lepre per il corridoio. Aveva con sé un sacca colma di gioielli che aveva rubato. Ad un certo punto, si trovò davanti tre corridoi diversi... Hasan decise di andare nel primo corridoio a sinistra, ma era un vicolo cieco.



Prese quello centrale, rischiò di cadere in un'altra botola. Chissà dove avrebbe portato... Tornò all' inizio del corridoio e prese la terza via, ma niente da fare,una lastra di pietra gli sbarrava il passaggio. Riprovò nel secondo corridoio, aperta la botola, cadde e si ritrovò davanti una discesa lunghissima e decise di tentare era l'unica via percorribile.

Hasan si fece trasportare, dopo qualche minuto vide una luce abbagliante che gli tolse la vista per qualche secondo... Quando riaprì gli occhi, si trovava già fuori. Dal quel momento, Hasan, era costretto a fuggire perché aveva infranto la legge del suo paese, ma soprattutto doveva scappare dalla maledizione di Tutankhamon.

1 commento:

  1. ricamata >ricamato meglio incastonato di o con pietre...
    guardie si accorsero non mettere la virgola tra sogg. e verbo
    tentare: era
    correre come una lepre è una similitudine
    :)

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