mercoledì 10 aprile 2013

La storia di Carlos

Anche se abbandonata, quella casa andava benissimo per Carlos. Era spaziosa
, con ancora un letto, dei mobiletti, dei pensili per il cibo, un fornello, un frigorifero, un tavolino con due sedie e un divanetto. Ormai non avrebbe più patito i dolori della vita di strada e poteva iniziare ad essere più responsabile essendo orfano di tutti e due i genitori. Andò a farsi un bagno nel mare per rilassarsi e pulirsi un pò, almeno per togliersi quell' odore nauseabondo che lo invadeva. Uscì, si asciugò, lavò i suoi vestiti. Per un ragazzino di quindici anni pareva strano che dover lavare i propri vestiti invece di farlo fare alla propria madre, ma gli andava bene così poichè prima o poi ci si doveva abituare. Trovò una canna da pesca e una cassetta con degli ami e un barattolino per le esche. Decise di andarsi a procurare qualcosa da mangiare: cercò dei vermicelli nella terra poco prima della scogliera, li ripose nel barattolo apposito per le esche e andò a sedersi su un molo poco distante per iniziare a pescare. Finita la giornata, gli era andata piuttosto bene: tre gamberi e 5 pesci di medie dimensioni di cui non sapeva il nome, non era così esperto.
All' ora di cena, accese il fornello e iniziò a cucinare del pesce e un gambero:  erano ottimi.
 Decise di andare a letto per riposarsi, magari domani avrebbe fatto un salto in città. Alla mattina, dopo aver mangiato qualcosa e preparatosi, arrivò in città e, come al solito, tutti lo guardavano male per i suoi vestiti logori. Voleva trovarsi un lavoro per poter guadagnare qualche spicciolo così da non rimanere per sempre sul lastrico. Entrò da un barbiere e chiese a quest' ultimo se poteva lavorare da lui raccogliendo i capelli e i peli che cadevano una volta rasati per qualche moneta all' ora. Il barbiere accettò poichè gli faceva pietà un ragazzino del genere, così almeno lo aiutava. Carlos si divertiva molto quando lavorava: incontrava tanta gente e, pian piano che conosceva le persone, loro gli allungavano mance sempre più sostanziose: era fortunato poichè la maggior parte delle persone ricche e famose andavan da quel barbiere. Una volta, quasi all' orario di chiusura, un signore ben vestito, con tanto di smoking e bombetta, entrò accompagnato da una bellissima fanciulla dai capelli biondi come il Sole e gli occhi verdi come le alghe del mare vicino a casa sua. Carlos rimase colpito dalla sua infinita bellezza e si disse tra sè e sè: "Ora o mai più!" . Si avvicinò alla ragazza fiero e composto presentandosi con un inchino sfoggiando i suoi nuovi vestiti che si era comprato da poco: " Buonasera, posso chiederle come si chiama?". "Non fare lo sciocchino!" gli rispose subito colpita " Puoi darmi pure del tu. Mi chiamo Josephine ma puoi chiamarmi Josy e ho quattordici anni. Te? ". " Mi chiamo Carlos e ho quindici anni." . I due continuarono a chiacchierare per molto tempo, tanto che Carlos si dimenticò di spazzare i capelli tagliati del padre di Josy. Ogni volta che Josy e suo padre venivano dal barbiere, Josy e Carlos facevano dialoghi interminabili, diventando sempre più amici. Un giorno Carlos la incontrò in giro per la città e decisero di andare a fare un giro della città a guardare le vetrine e mangiare qualcosa. Arrivati in un vicoletto, scoccò la scintilla: i due si baciarono appassionatamente e poi finirono il loro giro della città con il braccio di Carlos che abbracciava dolcemente il fianco di Josy. I due si frequentarono molto più spesso degli altri giorni, trascorrendo delle giornate prima a casa di uno e poi a casa di un altro. Josy  vide le condizioni della casa di Carlos e di tutte le cose che gli appartenevano e decise di volerlo aiutare chiedendo a suo padre di farlo venire ad abitare nella loro casa, lo spazio ce l' avevano e poi a suo padre non avrebbe fatto nessun problema: è un uomo illustre, intellettuale, generoso e socievole. Quando tornò a casa sua, Josy andò a cenare con i suoi genitori nella grande sala da pranzo. Colse l' occasione di un piccolo momento di silenzio per chiedere a suo padre del fatto di Carlo.s. " Papà, tu sei un uomo generoso e buono, se avessi l' occasione di adottare un bambino, tu lo faresti anche solo per aiutarlo? " " Certo, perchè me lo chiedi?" " Ho conosciuto un ragazzo dolcissimo e buono di nome Carlos, orfano di tutti e due i genitori. Siamo innamorati tutti e due l' uno dell' altro e infatti ci siamo fidanzati. Vorrei aiutarlo poichè vive in una casa abbandonata che è resistita a tre uragani, quindi è messa un po' maluccio, e poi gli voglio tanto bene, sarebbe bellissimo se potrei vederlo ogni mattina accanto a me e sapere che un padre mi ha fatto un regalo del genere. Allora, che ne pensi?" " Mi hai colto alla sprovvista, non mi sarei mai aspettato una domanda del genere da te, però direi che si può fare, abbiamo una camera da letto in più mai usata, oppure potrebbe anche dormire con te se non ti fa fastidio, tanto hai un letto a tre piazze." " Oddio papà, grazie! Non sai quanto mi hai fatto felice!". Il giorno dopo Josy fece venire Carlos a casa sua per farlo conoscere meglio ai suoi e gli disse la splendida notizia: Carlos era felicissimo, gli piaceva tantissimo l' idea che avrebbe vissuto con l' amore della sua vita. Comunque si doveva abituare alla vita che avrebbe fatto da quel giorno in poi. Ce l' avrebbe fatta lo stesso, come ce l' ha fatta prima ce l ' avrebbe fatta adesso. Ora Carlos non avrebbe più dovuto cucinare e lavare i propri vestiti.

2 commenti:

  1. ...molto bello! Mi é piaciuto,ma anche come scrivi.

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  2. pò>po'
    tre gamberi e 5 pesci ... i gamberi non si prendono all'amo!
    Te?> tu?
    Carlo.s.> Carlos

    ;) un po' troppo fiction

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