"Sosta volante": mai titolo fu
più azzeccato.
Ciò che viene presentato è un articolo di cronaca reso gradevole
e piacevole grazie ad una chiave umoristica. Massimo Gramellini
incomincia l'articolo con una frase che, a una prima letta, ha la funzione di
evocare nella mente una situazione tipica del quotidiano: "A tutti capita di avere una commissione
urgente da sbrigare e la necessità di lasciare il veicolo in un luogo non troppo lontano".
L'attenzione del lettore viene poi catturata già dalla frase successiva, quando
si nominano le parole "aereo superleggero". Un linguaggio di registro
medio-alto, con un tono colloquiale, un lessico appropriato e con quella
sferzata di ironia, porta il lettore a leggere il seguito tutto d'un fiato.
L'articolo racconta la vicenda di un
uomo, il cui nome non viene specificato, che un giorno, trovandosi nei pressi
dell'ospedale San Camillo di Roma, ha avuto la brillante idea di parcheggiare la
sua vettura in uno dei pochi parcheggi liberi e legarla per evitare che gli
venisse sottratta. Fin qui potrebbe anche sembrare tutto normale, peccato solo
che il veicolo in questione fosse un aereo. In questa prima "fase"
Gramellini espone il fatto vero e proprio che vede coinvolto l'uomo, servendosi
di frasi ironiche come "non deve essere stato facile rintracciare un posto
all'ora di punta" e parlando di "traffico di astronavi
interstellari".
La seconda "fase", invece, ha
sempre uno scopo informativo, ma vede come protagonisti tutti i passanti che,
"senza rispetto alcuno della privacy", si sono recati sul luogo per
fotografare o semplicemente per lasciare un commento negativo.
La terza e ultima "fase",
infine, non ha più uno scopo informativo,
quanto piuttosto di denuncia verso le autorità. Ebbene sì, Gramellini, infatti,
lo spiega molto bene. Un aereo parcheggiato per strada fa scalpore proprio
perchè rappresenta qualcosa di lontano dall'ideale
di "quotidianità".
Altre azioni, invece, vengono prese sotto gamba solamente perchè avvengono così spesso che ormai non stupiscono neanche più. Quali
azioni? Ad esempio parcheggiare praticamente in mezzo alla strada non
permettendo il normale scorrere del traffico, oppure essere quasi investiti per
colpa di motociclisti incapaci, o ancora sostare volontariamente in un
parcheggio a pagamento e, diciamo così, voler provare il brivido di non pagare.
L'ultima frase, infine, presenta quasi una sfumatura
di giustificazione verso il pilota sfortunato: "Ma se ti limiti...",
come se il fatto avvenuto fosse qualcosa di piccolo e insignificante rispetto
alle azioni citate in precedenza. Come ultima annotazione la frase "ti ruba
le ali" potrebbe essere vista sotto due aspetti: sia come un effettivo
taglio alle ali dell'aereo da parte delle autorità, sia come un "taglio" alla fantasia del pilota. Per un mondo
così pragmatico e concreto, "scambiare creativamente la strada
per un hangar" risulta un gesto fuori dall'ordinario, e l'unica cosa che
resta da fare e tagliare le ali che permettono di viaggiare con la fantasia.
Ma è solo questione di tempo: la gente si dimenticherà di questo fatto non appena succederà
qualcosa di nuovo e incredibile, come un gorilla al cinema o una pianta
parlante.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.