lunedì 19 agosto 2013

Il nuovo custode.


In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti.
Passai per un ponte levatoio sconnesso, pieno zeppo di buchi che rischiavano di farmi inciampare ad ogni passo. Attorno alla fortezza vi era un piccolo fiumiciattolo che, insieme alle alte mura, offrivano riparo e sicurezza ai residenti. Quando mi trovai di fronte a quell'enorme portone di legno esitai. Poi, con le gambe che tremavano, deglutii per ben due volte e bussai. Nel silenzio della notte le mie nocche sembravano aver prodotto un rumore tetro, che finì col riecheggiare cupamente. Quando il portone si aprì, mi ritrovai di fronte ad un signore piuttosto avanti con l'età, con una folta barba grigia e una veste lunga che, a mio parere, doveva aver pestato numerose volte con i piedi. Mi sorrise e mi invitò ad entrare. In pochi secondi mi spiegò l'intera pianta del castello, con cucine, sale da pranzo immense e una stanza per i ricevimenti. Successivamente mi scortò in quella che sarebbe stata la mia camera da letto. 
Quando vi entrai, un forte odore di chiuso salì lungo le mie narici, provocando in me un'involontaria espressione di disgusto. Il custode deve essersene accorto, poiché mi disse che quella stanza non veniva usata ormai da molto, visto che lì l'ultima volta aveva soggiornato un ladro che poi avrebbe derubato l'intero castello. Gli domandai se l'avevano catturato, ma mi rispose dicendo che, ahimè,  purtroppo se l'era data a gambe troppo in fretta. Quando rimasi da solo cominciai a girare per la camera. Le tende erano color porpora ed erano logorate dal tempo. Il letto a baldacchino doveva essere stato viola una volta. Il cuscino era morbido e le coperte erano state ricamate a mano. Sul comodino traballante in legno vi erano due candele ormai usate diverse volte e una vecchia Bibbia. Sulle pareti vi era appeso solo un vecchio crocifisso. Mi stesi sul letto e dormii per un paio di ore. 
Quando mi svegliai mi resi conto che mancava poco allo spuntare dell'alba. Tutto era come allora. Il custode doveva essere nuovo, visto che non mi aveva riconosciuto. Adesso avrei dovuto ripetere le mie mosse senza essere scoperto. Presi i miei oggetti personali ed uscii dalla camera, scomparendo nell'oscurità del castello.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.