Presto sarebbe volato
via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente
infelice ma in modo distaccato come se la sua vita appartenesse - sensazione
fin troppo tipica e cruda ne convengo - a qualcun altro.
Il vecchio Alex (che poi così vecchio non era, ma i brizzolati capelli avrebbero potuto ingannare
chiunque sulla sua vera età) avrebbe voluto
trovare un modo, anche il più semplice, per poter frenare lo scorrere del tempo,
proprio come si frena un’auto nel bel mezzo del traffico per evitare un
frontale con la motocicletta che è appena passata nonostante la rossa luce
lampeggiante del semaforo ; rapido ed
indolore.
Era stufo di vivere
attraverso i libri, di trovare suspense ed azione solo tra le ingiallite pagine
di un vecchio libro scovato in libreria.
Avrebbe voluto lui stesso poter vivere una vita ricca di colpi di scena, dove il dover andare al
lavoro tutti i giorni non rappresentava un semplice dovere, ma implicava
pericoli in agguato e misteri da svelare.
Al contrario invece,
Alex si sentiva svuotato, come se il
suo spirito di giovane avventuriero
si fosse dissolto nell’aria durante una delle sue innumerevoli letture e fosse
stato catturato da un libro.
Se lo sentiva dentro,
sarebbe stato il perfetto protagonista di un libro; uomo normale, che vive la sua normale
vita piena di normali noie quotidiane. In un istante però, la sua
vita viene stravolta da un catastrofico evento, un incidente, omicidio di cui
lui è il solo testimone, un portale segreto nel bel mezzo di Londra a cui solo
lui può accedere...Che sogno!
Invece, tutti i giorni
Alex doveva sopportare le grida del suo capo che ormai giungevano alle sue
orecchie come un grido lontano, doveva accompagnare la madre dal medico ogniqualvolta
la colpisse il minimo acciacco (comprensibile data l’età avanzata) e soltanto a
sera inoltrata riusciva a tornare a casa dai suoi amati libri.
Questa era la sua
mortalmente noiosa ruotine, che ogni giorno era costretto a sopportare ormai da
anni.
Una notte, mentre Alex
se ne stava accucciato tra le calde coperte, con un libro aperto sulle ginocchia , le parole illuminate dalla fioca e rosea luce proveniente dalla
abat-jour e una tazza di cioccolata stretta
tra le mani, gustata a piccoli sorsi,
fuori dalla sua finestra una sottile neve di fine Febbraio cadeva lenta e
silenziosa, creando qua e là piccoli mucchietti bianchi sullo scuro cemento del cortile.
Il vecchio Alex, che
ormai non riusciva più a concentrarsi sulla lettura, iniziò a pensare ad un vero
modo per poter migliorare la sua vita.
Ed in un momento, sentì
che aveva la risposta a portata di mano, che finalmente avrebbe potuto trovare
una via di fuga dalle noie della vita, che avrebbe potuto riappropriarsi
finalmente della propria esistenza e renderla piacevole.
Il suo amore per i libri
l’avrebbe portato ovunque, il suo desiderio di vivere una vita spericolata come
il protagonista di un libro avrebbe potuto davvero permetterglielo. E c’era un
unico modo per riuscire a vivere una vita degna di essere vissuta: scriverne
lui uno!
Poter scrivere un
libro gli avrebbe regalato la vita che il vecchio Alex aveva sempre desiderato.
Alex scese di gran carriera dal letto, si sedette alla scrivania e passò la
notte a scrivere. L’unico compagno era il suono prodotto dai tasti della
macchina da scrivere che stampavano nero su bianco i pensieri che per mesi, o
addirittura per anni avevano affollato la testa di Alex.
Dopo ore finalmente
andò a riposarsi, e per la prima volta, con un sorriso che gli illuminava il
volto.
Aveva capito
finalmente come migliorare la sua vita, come renderla finalmente propria e
poterla governare e niente al mondo avrebbe potuto farlo sentire più felice.
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