La notte del 30 agosto 2039 un'ondata di caldo eccezionale soffocava gli Stati Uniti. Il termometro a New York segnò quarantadue gradi. A mezzanotte tutte le docce della città emisero un ululato di agonia e il rantolo delle tubature annunciò che l'erogazione di acqua era sospesa fino alle otto di mattina.
Ma ormai, era un mese che non pioveva in tutto il mondo e gli abitanti di New York erano abituati al caldo soffocante dell'estate.
Per mesi e mesi non riuscirono più ad avere l'acqua per lavarsi, per cucinare e neanche per bere perché i laghi e i fiumi si erano totalmente prosciugati. Quindi, morirono anziani, bambini, donne e uomini in tutta la Terra. L'uomo scomparve. Di lui nessuna traccia. Dominava il silenzio. Più nessun rumore di clacson, fabbriche e televisioni accese.
100 anni dopo a New York.
Sembra impossibile, ma la Grande Mela non si riconosceva più. Sommersa dalle piante, sembrava essersi trasformata in un'immensa foresta.
Broadway, illuminata dai giganteschi cartelli pubblicitari, dai numerosi fari delle auto e dagli infiniti negozi sempre aperti, ora si riconosce a malapena. Ad illuminarla, solo i deboli raggi del sole in tardo pomeriggio.
I muri dei grossi palazzi, teatri e supermercati erano completamente scrostati, avevano perso la loro lucentezza, la loro vivacità ed enormi edere popolavano gli edifici.
I tanti grattacieli di Manhattan non resistettero per molto e gli tsunami provocarono crolli a catena di edifici e monumenti.
L'enorme Central Park si trasformò in una vera e propria giungla: erba altissima, piante con foglie gigantesche, insetti ovunque e cominciarono a trasferirsi quaggiù anche gli animali, come tigri, zebre ed elefanti, scappati dagli zoo ormai dimenticati.
I frenetici luna park, con le montagne russe più divertenti del mondo, ora erano cumuli di rottame arrugginito in mezzo ad una fitta vegetazione.
Della famosissima Statua della Libertà rimase solo la piattaforma su cui era appoggiata ed una parte del piede destro. Del lunghissimo Ponte di Brooklyn e dell'Empire State Building nemmeno la traccia.
Insomma, della città più famosa del mondo rimasero solo monumenti e palazzi distrutti.
Forse, la scomparsa della nostra specie è la cosa che ci spaventa di più, ancor più della morte, anche se, supponiamo che fra milioni di anni gli uomini potranno essere vittima di numerose catastrofi naturali.
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