"Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco.
I due ragazzi, un maschio e una femmina, erano avvezzi a riceverla come un segno di stanco commiato che significava, in sostanza, "fate il comodo vostro e non seccate".
Emma era di origini tedesche, con lunghi capelli biondi spostati su un lato e due immensi occhi verdi. Dal fisico si poteva dedurre che praticasse uno sport come la pallavolo o il nuoto. Tommaso, invece, era di nazionalità italiana, con capelli neri e occhi azzurri. Entrambi avevano deciso di passare le vacanze sulle calde spiagge della California, cosa che ogni adolescente desidererebbe fare. Emma si trovava qualche lettino più avanti rispetto al giovane. L'uno non era indifferente all'altro: non si erano mai parlati, ma molto spesso si lanciavano quelle occhiatine tattiche che fanno battere il cuore.
Un pomeriggio Emma decise di farsi un bagno rinfrescante da sola, diede un bacio sulla fronte alla madre e si diresse verso il mare. Tommaso volle approfittare di quell'occasione per cercare di avvicinarsi a lei e presentarsi. Aspettò che si fosse sufficientemente allontanata, per non dare troppo nell'occhio, e si alzò anche lui. L'acqua era fresca ed era piacevole il contatto con la pelle dopo essere rimasti al sole per così tanto tempo. Emma ormai aveva preso il largo, ed era quasi vicino agli scogli. Tommaso cercava di avvicinarsi sempre di più senza, però, mostrarsi troppo impertinente. I suoi piedi non toccavano più terra, ma ormai era quasi vicino a lei, ancora qualche bracciata e l'avrebbe raggiunta. All'improvviso Emma si voltò e lo vide, gli sorrise e si tuffò sott'acqua. Forse lo stava raggiungendo o forse voleva allontanarsi. Passarono secondi interminabili che a Tommaso sembrarono ore. Ma il tempo passava, e lei non risaliva.
Il giovane si tuffò immediatamente e, grazie alla capacità di aprire gli occhi sott'acqua, vide la povera Emma che arrancava disperatamente. Avvicinandosi scoprì che la sua cavigliera si era incastrata tra due scogli e ora non le permetteva di risalire in superficie. Tommaso si avvicinò a lei e si guardarono. Poi ebbe un'idea geniale per darle un po' d'ossigeno: risalì in superficie ed inspirò una grande quantità di aria. Scese di nuovo, le si avvicinò, le prese i fianchi con le mani e la baciò, permettendo così lo scambio con l'aria che aveva in bocca. Per un momento il tempo si fermò, sentì la mano di Emma che lo stringeva e per un momento entrambi dimenticarono di trovarsi in quella brutta esperienza. Tommaso ripeté quel gesto diverse volte, finché ad un certo punto, come per magia, la cavigliera si staccò dagli scogli permettendo ad entrambi di risalire.
Alla luce del sole, e così vicini, i due giovani si fissarono intensamente senza dire una parola: gli occhi di Emma erano come uno specchio, così verdi, così chiari, se avesse voluto avrebbe potuto nuotarci dentro. Il ragazzo la stava ancora tenendo per i fianchi e l'aiutò a nuotare fino a riva.
La fine di questa esperienza segnava l'inizio di una nuova storia.
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