il giovane uomo

6. In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti. Passai per un ponte levatoio sconnesso, percorsi un sentiero in terra battuta e bussando al portone aspettai che qualcuno aprisse. Dopo poco una voce da dentro il costello urlò: "chi va là?". Io risposi: " un semplice mercante in cerca di un tetto per la notte". Silenzio. Passarono altri cinque minuti e la porta si aprì. Entrai e un giovane uomo mi condusse per i corridoi stretti e bassi del castello, probabilmente l'ala riservata ai più poveri. Si fermò davanti a una piccola porta e mi diede le chiavi. L'arredamento era semplice: un letto in paglia, uno sgabello e un tavolino. Durante il tragitto il ragazzo mi aveva detto che la cena veniva servita dalle sette alle nove nella sala di fronte all'entrata, erano solo le cinque e decisi di fare un giro, tanto per far passare il tempo. Uscii quindi dalla mia stanza e salii le scale in fondo al corridoio. In quel piano i corridoi erano più larghi e da quel che riuscii a vedere dalle serrature di alcune porte le stanze erano più confortevoli. Pensai che all'ultimo piano le stanze sarebbero state riservate a principi e principesse, o almeno a persone nobili, incuriosito salii. Arrivato all'ultimo piano vidi una donna a terra, con un vestito bianco, come la sua carnagione, ed una macchia rossa sul petto. Alzai lo sguardo e vidi il giovane uomo che mi aveva accompagnato alla mia stanza calarsi da una finestra, in quel momento arrivarono le guardie.                "Fu questo che dissi al re, quando mi interrogò" dissi al mio compagno di cella. Il sole tramontò e io mi addormentai sulla fredda pietra. Mi risvegliai con il rumore dei passi delle guardie che mi trascinarono fino alla piazza di non so quale paese, per poi legarmi un cappio al collo.