La vecchiaia e la solitudine lo logoravano, lacerando la sua mente e quei pochi ricordi felici. Gli mancavano i suoi vecchi amici. Si erano schierati al suo fianco in guerra, nella quale molti di loro trovarono l'abisso oscuro della morte. Da allora Alex si sentiva in colpa per non averli salvati; ma lui sapeva bene che la colpa non era sua. Altri suoi amici abitavano lontano e sembravano essersi dimenticati di lui. E così, in un baleno, Alex si ritrovò solo in quella casa, isolata dal resto del mondo. Ricordava i tempi lieti dell'infanzia, con i trenini di legno e le fionde con i sassi, arrampicato sull'albero di fichi di un contadino con i suoi amici.
Ma ora tutto ciò era finito. Niente più amici. Soltanto la voglia di vivere che si spegneva. L'unica cosa che lo teneva in vita era il ricordo di quella ragazza, Rosa. L'unica che avesse mai amato. Il suo sorriso, la sua risata, li ricordava perfettamente. Ricordava quante volte si era perso in quegli occhi color cioccolato, innamorandosi sempre di più. Quella ragazza sarebbe diventata sua moglie, se non....
Mancava così poco al loro matrimonio. Ma il destino volle che la notte dei 23 febbraio qualcuno entrasse in quella casa. Bastò un cuscino durante il sonno per fermarle il respiro. Lei non si accorse di nulla. E la mattina dopo Alex si ritrovò abbracciato al corpo freddo senza vita della sua sposa a piangere. E da quel giorno perse la voglia di andare avanti, sperando che il tempo curasse quelle ferite. Ma il tempo servì solo a peggiorare le cose. Enormi sensi di colpa gravavano su di lui per non averla salvata, per non essersi accorto di nulla e averla lasciata morire.
Ora, però, non era la morte non lo spaventava più. Dopo qualche settimana, il vecchio Alex morì in quella casa, in quel letto, abbracciando l'anima della sua amata per sempre.
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