"Children, don't play with children you don't know": ogni mattina le stesse parole, in tono più lamentoso che autorevole, e che la vastità della spiaggia inghiottiva e disperdeva senza eco. I due ragazzi, un maschio e una femmina, erano avvezzi a riceverla come un segno di stanco commiato che significava, in sostanza, "fate il comodo vostro e non seccate".
Quella frase era ormai diventata parte integrante della loro giornta. Peter e Jennifer non ci facevano più caso. Erano fratello e sorella, lui aveva 19 anni, lei 16 e nessuno dei due aveva accettato la morte della madre. Fino a qualche anno fa erano dei bravi ragazzi: aiutavano i genitori a casa, andavano abbastanza bene a scuola e si divertivano senza eccedere. Poi però, dopo aver scoperto che la donna che più amavano era morta in un incidente stradale, entrambi intrapresero una cattiva strada. La scuola era diventata un optional, a casa ci stavano giusto quelle 3 o 4 ore per dormire, e scroccare un po' di soldi al padre, ormai rassegnato. Tornavano a casa alle 5 del mattino, oppure non tornavano affatto. Facevano una vita spericolata tra una bottiglia di vodka, una sigaretta e un bagno al mare.
Quella notte, Jennifer si trovava sulla spiaggia da sola, Peter era partito per il suo solito viaggio senza meta, non si sapeva mai quando tornasse: poteva stare via una settimana come un mese. Lei era seduta sulla sabbia umida. Guardava il mare: una distesa nera, che cercava, senza successo, di invadere la spiaggia. In lontanaza si sentiva la musica di una festa, Jenny bevve un sorso di birra, la Beck's, la preferita della mamma. Adesso con lo sguardo cercava la luna, non appena la trovò, chiuse l'occhio destro e col pollice della mano sinistra la coprì per vedere se fosse più grande, ma era impossibile. L'aveva scoperto guardando un film con suo fratello, da allora l'ha sempre fatto, era diventato un vizio. Era incantata dalla luna, non riusciva a staccarle lo sguardo. Pensò a sua madre, a cosa sarebbe successo se lei non fosse morta, magari adesso non fumerebbe, o non berebbe fiumi di alcol, avrebbe continuato a studiare... Chi lo sa. Al sol pensiero di sua madre scagliò con rabbia la bottiglia verso il mare, si schiantò su uno scoglio e si ruppe in mille pezzi, come il suo cuore. Trattenne le lacrime e per calmarsi accese una sigaretta. Con un movimento deciso si alzò e andò verso la festa. "Tanto ormai quello che è fatto è fatto, non si può tornare indietro. Questa vita fa schifo." pensò.
La mattina seguente trovarono in bagno un accendino e un cucchiaio, poi c'era lei appoggiata al bidet, con il braccio tumeffatto stretto dal laccio emostatico, con una siringa conficcata nella vena... Se ne era andata. E lo aveva fatto nel peggiore dei modi. Aveva finito di vivere una vita che non le apparteneva e ora forse l'attendeva un po' di serenità.
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