In
mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio a quanti la notte
aveva sorpreso in viaggio: cavalieri e dame, cortei reali e semplici
viandanti.
Passai
per un ponte levatoio sconnesso… e mi ritrovai
in un ampio androne illuminato fiocamente dalle torce incastrate nei
muri; di fronte a me si trovava un enorme portone di legno rinforzato
piantonato da due guardie in armatura che reggevano due spadoni
dall'aria poco ospitale.
Rimasi sorpreso perché avevo sempre
sentito millantare, dai viaggiatori incalliti che militavano spesso
all'osteria, la stravagante ospitalità che Il Signore del Bosco
amava offrire ad ogni tipo di viandante che si avventurasse nei
pressi del suo castello.
Cominciavo a pensa di essere capitato
nel posto sbagliato quando le due sentinelle, quasi a voler smentire
i miei pensieri, si scostarono rivelando una porticina che si aprì
con uno scatto della serratura facendo fuoriuscire un ometto panciuto
che mi fece segno di raggiungerlo.
Non appena la porta si chiuse alle
nostre spalle l'uomo partì con quello che era, a tutti gli effetti,
u discorso di benvenuto:
“Sono lieta di accogliervi nella
dimora del Signore del Bosco messsere; qui vi saranno offerti ristoro
e riposo per tutto il tempo che vi sarà necessario, ma soprattutto
verrà conservata la più completa discrezione sulla vostra identità
e sui motivi che vi hanno messo in viaggio. Il mio nome è Lorien e,
per questa sera, sono incaricato di accompagnarvi ad un alloggio.”
Piacevolmente sorpreso da tanta
professionale cortesia mi sentii in dovere di replicare nel miglior
modo possibile:
“Sono onorato di poter essere
ospitato da un così nobile signore qual'è il vostro padrone, Lorien
e ti sarei grato se potessi porgergli i miei più distinti
ringraziamenti.”
L' ometto annuì sorridendo e mi lasciò
davanti ad una porta scusandosi per il fatto che avrei dovuto
condividere l'alloggio con un'altra persona data la grande affluenza
di viaggiatori degli ultimi tempi.
Nel breve tragitto che avevo affrontato
all'interno del castello avevo constatato che il famigerato Signore
del Bosco era davvero così bizzarro come veniva descritto: infatti
le pareti erano state dipinte di un acceso arancione, le statue del
giardino interno rappresentavano degli enormi fiori in marmo, mentre
gli angoli dei corridoi erano ornati da variopinti cesti di frutta
fresca.
Dopo che Lorien si fu congedato decisi
di entrare nel mio temporaneo alloggio, curioso di conoscere chi mi
era capitato come coinquilino.
Spalancai la pota e mi trovai in una
stanza di media grandezza arredata in modo spartano ma con gusto
insospettabile vista la stravaganza del proprietario, su uno dei due
letti stava seduto un vecchio barboso che mi fissava con curiosità.
Gli sorrisi di rimando e, dopo aver appoggiato il mio modesto
bagaglio sul letto che mi spettava, mi presentai:
“Sono Jean, un viaggiatore alla
ricerca di riposo, come voi del resto, posso avere l'onore di sapere
il vostro nome?”
“L'onore è mio Jean, puoi chiamarmi
Ross e, ti prego, dammi del tu; non sono ancora così vecchio come
sembra.”
L'uomo aveva parlato con una voce
profonda che ispirava un senso di tranquillità.
Non avendo niente con cui ribattere,
sorrisi nuovamente per poi continuare a controllare il mio bagaglio.
Ce ne stavamo in silenzia da una decina
di minuti quando, preso dalla curiosità, mi rivolsi all'uomo con una
domanda che tutti i i viaggiatori si ponevano, ma che nessuno aveva
mai il coraggio di esprimere ad alta voce:
“Ross, chi è davvero il Signore del
Bosco? Tutti parlano di lui, non c'è bambino che non l'abbia sentito
nominare... ma nessuno sembra averlo mia visto.”
ricevetti in risposta uno sguardo
sgranato, Ross era quasi incredulo.
Ero convinto che non avrei più
ricevuto risposta quando parlò:
“Seri la prima persona che incontro
che ha l'ardire di fare questa domanda, ebbene chiedi alla persona
giusta.
Il Signore del Bosco non è né un
principe né un nobile, è solo un uomo dalla fantasia bizzarra e dal
gran cuore che ha avuto la fortuna di ricevere in dono questo
castello; non ti dirò come, è una storia tropo lunga e
complicata... però ha costruito un alone di mistero intorno a sé
per allontanare i curiosi; si dice che, ogni tanto, faccia visita ai
viaggiatori che ospita nel suo castello per tenersi aggiornato sulle
novità del mondo. Tanti l'hanno visto e ci hanno conversato, solo
che nessuno di loro è mai stato in grado di riconoscerlo.”
Rimasi colpito dalla risposta, da come
ne parlava sembrava quasi che lo conoscesse...
“Tu l'hai mai visto?”
“Oh si, molte volte.”
Detto ciò si alzò dal letto e usci
dalla stanza sorridendo.
Non lo rividi mai più, e sono anni
dopo capii che anche io ero stato cieco come tutti gli altri prima di
me.
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