Abbiamo cinque anni di differenza, tra di noi c'è un solco gigantesco. È strano come questi cinque anni ci dividano. Io amo giocare a calcio, penso a quello come un passatempo, lui invece vuole farne il suo lavoro. Il suo sogno è diventare calciatore. Oltre agli allenamenti con la squadra, gioca sempre con me e papà, per tenersi in forma. La sera si confida spesso, dice che vorrebbe avere una fidanzata, credo si fosse anche innamorato di una certa Marta (o Maria? Non ricordo!), ma la sua priorità era il calcio, quindi ha rinunciato all'amore. I suoi obiettivi sono andare bene a scuola, migliorare nel suo sport, e avere un buon rapporto con la famiglia. È un bravo fratello, ma ogni tanto non lo sopporto, si fa troppi problemi, spero che gli adolescenti non si comportino tutti così, anche perchè se io diventassi come lui non credo di riuscire a sopportarmi. Verso i sedici anni sembrava che il suo sogno si stesse realizzando, infatti l'avevano chiamato nella fiorentina, poi però un infortunio al ginocchio l'ha costretto a fermarsi. È stato fermo circa un anno, tra gli interventi e le riabilitazioni, lui non si è mai arreso, ha sempre dato il massimo, e ha fatto di tutto per rimettersi il prima possibile. Il calcio era la sua vita, e grazie ad esso mi aveva insegnato una cosa molto importante: non arrendersi mai, anche se tutto sembra finito, bisogna seguire ciò in cui si crede.
PER ASPERA AD ASTRA Classe I B LINGUISTICO Liceo Ginnasio Statale"DANIELE MANIN" CREMONA. (ex allievo agente daniele manin agente blogger)
giovedì 22 agosto 2013
Il calcio
Il mio disgraziato fratello ha sempre avuto tante pretese nella vita, e da piccolo non mi lasciava mai in pace a volermi raccontare tutte le sue storie e sogni di ragazzo. Io non sapevo neanche di cosa parlasse, ma per calmarlo facevo quella funzione di ascoltare i suoi discorsi e applaudirlo, in quanto ero il fratello minore.
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