L’articolo scritto da Gramellini si
presenta come un articolo d’attualità volto a raccontare, utilizzando uno stile
sarcastico, semplice e quasi colloquiale, di un argomento “comune”, familiare a chiunque decida di spendere qualche minuto del
proprio tempo leggendo i vari articoli che costellano la sezioni “Opinioni”.
Come Gramellini fa notare, chi
non ha mai avuto bisogno di trovare un parcheggio “di fortuna”? In questo articolo il protagonista indiscusso è l’originale proprietario di un aereo superleggero che ha
deciso di parcheggiare il velivolo, esattamente nei pressi dell’ospedale San
Camillo a Roma.
Gramellini divide l’articolo in
due parti: nella prima egli espone l’argomento con una spiccante ironia, raccontando del “folle parcheggiatore d’aeroplani”
e del suo normalissimo parcheggio tra
altri due mezzi.
Nella seconda parte, emerge un tono di accusa rivolto principalmente
a due sfere: la prima è quella “sociale”
dove l’accusa cade sull’indignata società, che spesso elargisce commenti
sgradevoli e assume atteggiamenti sprezzanti verso ciò che è diverso.
“Apriti cielo” e poi scatenano un inferno.
La seconda sfera riguarda
principalmente la “giustizia” o per meglio dire, la superficialità con cui i
vigili svolgono, talvolta, il loro lavoro.
Come appunto viene messo in
evidenza, molte volte coloro che dovrebbero far rispettare la legge lasciano
che si creino file di auto parcheggiate letteralmente in mezzo alla strada
impedendo un traffico regolare, che dei
poveri pedoni rischino di essere investiti da motociclisti incuranti delle
regole stradali e amanti della velocità o che addirittura ci si prenda la
libertà di crearsi luoghi di sosta gratuiti dal nulla.
A quanto sembra, i vigili al
giorno d’oggi, si comportano come segugi
in cerca di piccolezze: “Ma se ti limiti
a scambiare creativamente la strada
per un hangar” in questo caso si ha il bizzarro esempio dell’aereo, ma
quante volte è capitato ad un guidatore di ritrovarsi con una multa sul parabrezza del proprio
veicolo per motivi assurdamente non rilevanti e di pensare: “C’è gente che si inventa
parcheggi dal nulla e le loro tasche se ne escono intoccate, ed io finisco per
pagare per loro.”
A volte sembra sia la stessa società che ci spinge a non aspirare
ad avere nessun tipo di libertà, punendoci per piccolezze e addirittura
togliendoci la libertà stessa o la possibilità di volare con la creatività.
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