domenica 27 aprile 2014

"Apriti cielo."

L’articolo scritto da Gramellini si presenta come un articolo d’attualità volto a raccontare, utilizzando uno stile sarcastico, semplice e quasi colloquiale, di un argomento “comune”, familiare a chiunque decida di spendere qualche minuto del proprio tempo leggendo i vari articoli che costellano la sezioni “Opinioni”.

Come Gramellini fa notare, chi non ha mai avuto bisogno di trovare un parcheggio “di fortuna”? In questo articolo il protagonista indiscusso è l’originale  proprietario di un aereo superleggero che ha deciso di parcheggiare il velivolo, esattamente nei pressi dell’ospedale San Camillo a Roma.
Gramellini divide l’articolo in due parti: nella prima egli espone l’argomento  con una spiccante ironia,  raccontando del “folle parcheggiatore  d’aeroplani” e del suo normalissimo parcheggio tra altri due mezzi.
Nella seconda parte, emerge un tono di accusa rivolto principalmente a due sfere: la prima è quella “sociale” dove l’accusa cade sull’indignata società, che spesso elargisce commenti sgradevoli e assume atteggiamenti sprezzanti verso ciò che è diverso.
“Apriti cielo” e poi scatenano un inferno.
La seconda sfera riguarda principalmente la “giustizia” o per meglio dire, la superficialità con cui i vigili svolgono, talvolta, il loro lavoro.  
Come appunto viene messo in evidenza, molte volte coloro che dovrebbero far rispettare la legge lasciano che si creino file di auto parcheggiate letteralmente in mezzo alla strada impedendo un traffico regolare,  che dei poveri pedoni rischino di essere investiti da motociclisti incuranti delle regole stradali e amanti della velocità o che addirittura ci si prenda la libertà di crearsi luoghi di sosta gratuiti dal nulla.
A quanto sembra, i vigili al giorno d’oggi, si comportano come segugi in cerca di piccolezze: “Ma se ti limiti a scambiare creativamente la strada per un hangar” in questo caso si ha il bizzarro esempio dell’aereo, ma quante volte è capitato ad un guidatore  di ritrovarsi  con una multa sul parabrezza del proprio veicolo per motivi assurdamente non rilevanti e  di pensare: “C’è gente che si inventa parcheggi dal nulla e le loro tasche se ne escono intoccate, ed io finisco per pagare per loro.”

A volte sembra sia  la stessa società che ci spinge a non aspirare ad avere nessun tipo di libertà, punendoci per piccolezze e addirittura togliendoci la libertà stessa o la possibilità di volare con la creatività.

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