martedì 23 aprile 2013

Era solo una storia...

Nessuno chiacchierava o cantava più come un'ora fa, sotto i castagni si intravedeva qualche riccio caduto forse a causa del vento che, sempre più prepotente, spettinava le chiome degli alberi.
I ragazzi stavano tornando alla loro baita, dove avevano deciso di passare la vacanza. Il tempo, in quelle zone, era sempre imprevedibile e cambiava da un minuto all'altro.
Al forte vento si unì una densissima e gelida nebbia, che rendeva l'atmosfera inquietante. Fabio, il ragazzo più grande del gruppo, era disorientato e riconosceva a stento la strada per tornare, nonostante l'avesse fatta molte volte in precedenza. Improvvisamente vide la piccola lanterna della casetta di montagna e, come un fulmine, seguì quel bagliore fino a ritrovarsi davanti alla porta, seguito dagli altri ragazzi. Il tempo, però, veloce tanto quanto lui, cambiò bruscamente e una fittissima pioggia iniziò a scendere dalle nubi che ormai oscuravano il cielo da qualche ora. Fecero appena in tempo ad entrare quando il vento fece sbattere tutte le porte e le finestre. Prontamente i ragazzi si fiondarono su di esse per chiuderle e accesero il fuoco, con la poca legna che rimaneva. Fabio preparò qualcosa da mangiare e si sedettero tutti nel piccolo salone a cenare. Era difficile sostenere un discorso con qualcuno perché erano tutti molto stanchi. Fabio, però, propose agli amici un gioco: ognuno doveva raccontare un piccolo racconto di paura e vinceva quello che narrava l'episodio più spaventoso. La pioggia, nel frattempo, si era placata e ora rimaneva solo la nebbia, che incombeva su tutto il colle. Quasi tutti i racconti erano piuttosto spaventosi, ma ora era il turno di Fabio. Cominciò il suo racconto e, improvvisamente, il vento riprese ad ululare e la pioggia a cadere sempre più fitta. I ragazzi erano un po' intimoriti, forse dal racconto, o forse dal tempo, che creava un'atmosfera angosciante. Fabio non se ne curò e continuò la storia quando inaspettatamente tutte le luci si spensero. La tensione era tangibile ma lui continuava a narrare. Le finestre si spalancarono e le candele che avevano acceso si spensero improvvisamente. Ora tutto era buio e, nel silenzio, si sentivano solo gli ululati del vento. La stanza era rischiarata solo dai lampi che squarciavano il cielo, ma quella luce bastò per illuminare la sedia di Fabio, vuota.  

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