lunedì 4 novembre 2013

Caos

E me ne stavo crucciato al lavoro,rannicchiato sulla mia scrivania,con la fronte corrugata.
Squadra,compasso e righello. I miei strumenti prediletti. La routine mi uccideva. Quella brutta bestia,stava uccidendo praticamente tutti. Dall'altro lato scorgevo Giorgio, intento a misurare millimetro per millimetro la riga appena tracciata sul foglio liscio. Da un altro lato ancora,con la coda dell'occhio,intravvedevo Marta. Marta ... ho sempre amato il suo modo così preciso e ben organizzato, di lavorare. Una donna a dir poco stimabile! Lei non faceva altro che rispondere ad ogni telefonata. A clienti che la tartassavano di richieste sorprendenti,certe volte anche impossibili. Da altri lati potevo benissimo vedere altri miei carissimi colleghi, tutti presi e indaffarati dal tanto e troppo lavoro assegnatogli. Triangoli,quadrati,rettangoli,cilindri,cubi.trapezi. Ognuna di queste figure piane o solide, mi uscivano dalle orbite. La mia mente ormai era PIENA di loro. Solo di loro e di nient'altro. Ah,queste maledettissime figure, la routine. Questo maledettissimo lavoro! Mentre ero assolto nei miei pensieri, ma ancora con la testa piegata sul foglio e le mani frenetiche che impugnavano squadra e compasso, un rumore di sedia che si spostava bruscamente dalla sua postazione,mi fece trasalire. Alzai un poco lo sguardo e sopra il mio piccolo ufficio, mi vidi comparire la testona pelata,barbuta e occhialuta di Marco. 

"Nando, ti va di andare a berci un bicchierino stasera?"
"Ma no Marco, domani prevedo un'altra giornataccia affaticante qui in ufficio! Non mi sembra il caso..."
"Suvvia, non fare lo schizzinoso! Concediti una pausa con il tuo vecchio e caro amico di liceo."

Ebbene sì, io e Marco ci conoscevamo da quando eravamo ragazzini. Insieme ne abbiamo passate di ogni. Più che caro amico,era uno di quelli più veri che avevo. Non che abbia tanti segreti da confidare, ma quando ho un problema,un qualsiasi tipo di problema,basta che dia un colpo di telefono al mitico Marco che subito lui accorre a casa mia per darmi una mano. Qualunque cosa si tratti.

"Accetto. Solo perché sei tu Marco,solo perché sei tu..." 
"Così ti voglio Nandino mio! Stasera alle 21:00 puntuale mi raccomando,al pub di fronte a casa di Sandra. Non farti aspettare!"
"Perfetto."

21:09 P.M

Ed eccomi là. Nel pub di fronte a casa di Sandra,seduto a un tavolino scrostato e mal ridotto; ero da solo come un povero disgraziato nullafacente disoccupato da anni, ad aspettare colui che qualche ora prima mi raccomandò di essere puntuale. Ahh, Marco! Certo che non cambierai mai. Alla bellezza delle 21:23 ecco arrivare il principino. Quello che vuole farsi sempre aspettare. Il TRASGRESSIVO. 

"Puntuale mi raccomando ... " gli dissi con una risata 
"Scusami Nando,ho perso la cognizione del tempo! Quelle figure geometriche mi fanno perdere la testa! Ne ho fin sopra i capelli del mio dannato lavoro."
"Quanto ti capisco... Peccato che di capelli non ne hai manco uno!"
" Stai zitto che presto cadranno anche a te! Bene, non parliamo di lavoro; siamo qui per sbarazzarci di triangoli e Co. vieni con me al bancone,ci prendiamo qualcosa da bere."

Non ho mai retto molto l'alcool, a dir la verità non ho mai bevuto a tal punto da ubriacarmi. Non ho mai amato l'alcool. Non ci ho mai trovato nulla di,come dire,intrigante. Quella sera però,avevo voglia di divertirmi,di distaccarmi da quella stancate routine,da quelle insopportabili figure,dalle case da progettare,dalla squadra e dal compasso, dalla mia scrivania, dal mio lavoro. Barcollavo. Ridevo. Scherzavo. Ero felice,anche se capivo un quarto di quello che mi si stava dicendo. Mi sentivo libero. Ero ubriaco dalla testa ai piedi. Una sensazione,nuova,forse anche strana. La testa cominciava a girarmi all'impazzata, le persone nel pub diventarono pian piano sfocate. Finché la mia stessa mente non le tramutò in mezze figure geometriche ed esseri umani. Una fusione. La cosa più strana che abbia mai avuto occasione di vedere. Quanto ero ubriaco.Non si capiva più niente. Non connettevo. Se erano triangoli o se erano persone. Il caos. 


1 commento:

  1. assegnatogli> assegnato loro
    Qualunque cosa si tratti> di qualunque cosa si tratti

    Quanto hai scritto va bene, ma sarebbe stato più efficace se la prima parte fosse stata più sintetica

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