Sono il figlio del Re e ovviamente ho una certa fama; devo tenere determinati comportamenti, non posso fare determinate cose e farne determinate altre. La mia vita è quasi tutta programmata, scandita da appuntamenti su appuntamenti.
Quello non era un giorno come tanti a tutti gli effetti, era stato invitato il pittore più bravo di tutta la contea per ritrarmi nel "fiore della giovinezza", come aveva detto mio padre. Era un tipo abbastanza serio con due baffoni al di sotto del naso; dopo un quarto d'ora trovammo la posizione adatta al quadro e l'uomo cominciò a fare lo schizzo, prima di tutto, e dopo circa un ora lo finì. Sinceramente mi ero già stancato ma non potevo deludere mio padre mostrando infantilità.
Poi cominciò a dipingermi: iniziò dalla carnagione: chiara, quasi pallida, odiavo abbronzarmi anche perchè è simbolo di povertà; poi passò ai capelli: avevano sempre la stessa acconciatura, tutto l'anno, tutti gli anni, ricci, gonfi, di una tinta quasi color bordeaux, con alcuni riflessi tendenti all'arancione; tutti i capelli erano raccolti in uno strano cappello rosso che assomigliava solo lontanamente ad un turbante indiano. Quando è passato ai dettagli del viso ha colorato gli occhi di un nero intenso, profondo, ha accennato a dei baffetti sotto al mio prorompente naso e le labbra le ha dipinte di un rosa appena più acceso. Passò agli abiti poi, il punto più importante; proprio in quel momento passarono delle giovani fanciulle, tre per la precisione, tre belle giovani fanciulle che mi fissavano ridacchiando e sussurrandosi commenti imbarazzanti.
I vestiti: quel giorno indossavo una pesante casacca nera di un pregiato tessuto e, sopra, appena sul bordo, una pelliccia bianca, maculata, molto, ma molto folta: era stato il "bottino" della mia prima battuta di caccia: era magnifica e la tenevo sempre e solo per le occasioni importanti, proprio come questa. Ogni tanto mio padre controllava come stesse venendo il quadro, annuiva e poi sorrideva; io ero veramente stufo di starmene li in posa da ore e spesso, quando magari rilassavo un attimo i muscoli, venivo severamente ripreso dal pittore.
Poi dipinse la camicetta di lino che indossavo sotto alla casacca con una parte di seta color senape con dei bordi neri; infine si passò ai dettagli come i miei guanti scamosciati marroncini e alla spada che era da secoli, da generazioni la spada "di famiglia". Lo sfondo venne semplicemente colorato di un colore sul marrone con sfumature bordeaux che andava scurendosi verso il basso e schiarendosi verso l'alto.
infantilità> non esiste
RispondiEliminale labbra le ha dipinte> ha dipinto le labbra
va bene, però hai fatto una lunga descrizione, senza riferimenti ai pensieri del ragazzo