Spesso lo guardava, sperando si girasse. Nulla. A volte, stupidamente cercava di parlare con lui, ma senza successo.
Lui era troppo orgoglioso, offeso. Diceva che la disprezzava, che gli faceva pena. Lei voleva ritornassero amici, ci teneva davvero moltissimo. Tutto é iniziato così, per gioco, casualità. F. e il ragazzo si erano già incontrati da bambini, ed era sbocciato un amore, di quelli flebili, ma che nonostante il tempo passi li ricordi per la loro purezza. Non si erano più visti da allora. Un giorno poi lei lo rivide e lo riconobbe immediatamente. Il ragazzo e la sua famiglia erano entrati nella corte di suo padre, e avrebbero abitato li, nel loro palazzo. Lo incontrava tutti i giorni, ma il ragazzo non accennava a ricordare. Una sera, mentra la ragazza usciva dalla biblioteca lo incontrò, era solo. Lei parlò, dal nulla. Gli chiese se si ricordava del loro amore, se così si poteva definire. E lui iniziò a ricordare, e i due risero, e risero di quanto fosse stato innocuo il loro incontro. Da quella sera iniziarono a frequentarsi, come amici, e si divertivano moltissimo. C'erano molti i giovani a palazzo, tra cui M. l'amica fidata di F. M. sapeva che il ragazzo sentiva qualcosa di più di una amicizia per F. e sapeva anche che F. non avrebbe mai condiviso lo stesso sentimento, non poteva, non voleva. Il ragazzo decise di fare di testa sua, e si dichiarò a F. Il rifiuto di lei distrusse entrambi. Lei soffriva, come non mai, voleva che lui le parlasse, ma lui non ne voleva sapere. Nessuno aveva ragione, nessuno aveva torto, é l'amore, se poi era amore, che sceglie te. F. passava intere giornate a guardarlo oppure fissava nel vuoto, era uguale. Era sempre stata pallida, in questi giorni lo era maggiormente e le occhiaie le segnavano lo sguardo, stanco di soffrire perché lei era stata male anche per altro, durante l'estate aveva saputo che il suo amato l'aveva tradita, con un'amica. Non ha mai saputo come procedere, come risolvere. Certo, il sorriso non l'aveva abbandonata mai, ma dentro il male che non era stata capace di volere ai due la divorava, e M. lo sapeva bene, quando piangeva lei c'era. F. si chiedeva perché si dovesse stare male, perché non si potesse dimenticare. Si perdeva spesso nei suoi pensieri, che possono sembrare stupidi per la sua età, tutti quei problemi all'alba di soli sedici anni, ma lei sapeva che voleva bene a quelle persone, e che tu sia sedicenne o quarantenne il bene per qualcuno lo puoi sentire, forte e immenso.
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