A coLui o coLei che stesse leggendo questa lettera, salve! Parma, 13 Aprile 1533
Come introduzione riassuntiva della lettera posso usare solo una parola: basta.
Non ce la faccio più, Vi prego, prego la Vostra regale, anzi regalissima persona di salvarmi. Vi starete chiedendo chi è quell' orribile essere che osa far uscire fuori di senno una povera creatura come me. Una strega? Contadini puzzolenti? Menestrelli? No, è una dama. Una gentile signora di corte che potrà pur sembrare una giovine tutta "castello e chiesa", ma in realtà è l' incarnazione del Diavolo. Già, l' incarnazione. Per cominciare, tratta malissimo i suoi servi : si dice che abbia pagato profumatamente un vecchio contadino vigoroso per farne frustare alcuni con il gatto a nove code poichè non avevano ben lustrato la sua collezione di scarpe. Poveri sciagurati. Poi, si abbandona a un sacco di frivolezze: quando è troppo "stanca", si fa accompagnare su un materasso pieno di fili d' oro e d' argento per tutto il castello e il villaggio, ha la sua buca privata per quando Madre Natura la chiama, ha il suo menù di pasti a parte in cui inserisce ciò che vuole, e, che il buon Dio mi perdoni per quello che sto per dire e che faccia impazzire la dama per tutto quello che ha osato combinare, ha commesso atti di adulterio. Molti atti. Troppi. E ciò mi dispiace, perchè il suo caro sposino, il Duca di Piacenza, è una persona per bene, quiete, un gran padre di famiglia, un gran guerriero, leale. Prego Iddio che il Duca la perdoni e che non le faccia del male, anche se è quello che si merita. E poi ci sono io, il suo collare. Sì, avete letto bene , sono un collare, però prima ero un fantastico visone che girava fiero tra le campagne parmensi, finchè non mi hanno ucciso, o almeno, pensavano di avermi ucciso, e mi hanno donato a quell' odioso essere. Ho accompagnato la dama in tutte le sue serate di gala e in tutte le sue scappatelle con i suoi amanti, sono il suo compagno prediletto, ho passato un sacco di tempo con lei.
Starete cercando di pensare il motivo della mia voglia di libertà. Pensate che io passi una bella vita. No, vi sbagliate. Anch' io lo pensavo dopo esser stato catturato, ma poi mi sono dovuto ricredere. Vengo stipato in un piccolo armadio buio e freddo da cui non riesco a uscire. Ho sempre una fame tremenda perchè l' unico cibo che riesco ad addentare sono quei pezzetti che cadono dalla bocca della donna quando parla mentre mastica (che maleducata). Vengo spazzolato ogni santissimo giorno tre volte, e la donna che mi spazzola fa sempre un male cane. Mi tengono legato al collo della giovine con un grazioso laccio che tiene uniti la mia testa ai miei piedi ( per fortuna che mi lavano anche quelli), quindi nessuna via di fuga nel bel mezzo di una serata elegante. Quando la donna si impregna di profumo, ne mette sempre un sacco sulla mia faccia, tanto da farmi venire arrossamenti agli occhi e piangere.
Vi scongiuro, venite a liberarmi dalle grinfie di questa strega. Se adorate gli animali e siete contro il maltrattamento, ascoltate la mia richiesta d' aiuto. Questo sabato, la dama incontrerà un suo amante appena fuori dalla città, verso Nord- Est .
Per favore, è urgente. Il visone della dama, chiamato dai compari " Lino".
versi> servi!
RispondiEliminaavete letto giusto> avete letto bene
divertente....e io che l'avevo sempre creduta una ragazza per bene!
Bravo pitty! ;)
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