Approfittando del fatto che il sole non era ancora sorto, quindi doveva essere presto, trascinai una sedia accanto alla finestra e cominciai ad osservare. Il cielo non era azzurro e limpido come gli altri giorni; era una distesa di grigio e nero che soffoca il clima estivo. Subito nella mia mente si animarono i pensieri più macabri e oscuri, tristi e angosciosi, che rispecchiavano esattamente ciò che accadeva fuori. Nella mia testa apparve l'immagine del cadavere di mia madre, uccisa da una malattia incurabile. Dopo un paio di minuti dalle nubi cominciarono a scendere delle grosse gocce d'acqua che si schiantavano contro l'erba soffice con una forza crescente. Un lampo e subito dopo un tuono scosse il cielo, facendo tremare la terra. I miei occhi si riempirono di paura e di lacrime, che cadevano pesantemente sul mio abito. Il chiacchiericcio delle domestiche era completamente coperto dallo scroscio della pioggia. Tuttavia, al di là dell'oscuro manto di nubi, si riusciva a intravedere il sole che stava iniziando a sorgere. Nei pensieri oscuri che offuscavano la mia mente il debole bagliore della felicità cominciava a farsi spazio. Ricordavo il suo sorriso, la sua risata. Quanto mi mancava! La tempesta di calmò, ora piovigginava. Il cielo si tinse di un rosa pesca, misto al colore del grano e del sangue. La pioggia cessò, le nubi si diradarono, per lasciare spazio al Sole, che lentamente avanzava, illuminando ogni cosa. La mia mente fu affollata da tutti i ricordi felici e gioiosi vissuti fino a quel momento, spazzando via la tristezza. I suoi abbracci... Da piccola temevo le tempeste e ogni volta che ne arrivava una mia madre mi stringeva a lei per rassicurarmi. Dopo una mezz'ora il Sole risplendeva al centro del cielo, illuminando un arcobaleno. I miei occhi si incantarono alla vista di tale bellezza, perdendosi nella moltitudine di colori di quell'arco infinito.
PER ASPERA AD ASTRA Classe I B LINGUISTICO Liceo Ginnasio Statale"DANIELE MANIN" CREMONA. (ex allievo agente daniele manin agente blogger)
martedì 26 novembre 2013
L'arcobaleno
Sono una giovane ragazza di origini aristocratiche. Pelle chiara, capelli ondulati e rossi, molto graziosa, o così dicono in molti. Sono sempre stata circondata, sin da piccola, da artisti, musicisti, pittori e scultori e ho sempre posseduto i gioielli più preziosi e gli abiti più sontuosi. Ma la mia vera passione era la natura. Invidiavo i contadini che, pur non avendo nulla, passavano la loro giornata immersi nei campi, conoscevano i tempi del raccolto. Passavo i miei pomeriggi nel grande giardino che circondava il castello in cerca di piccoli animali. Una mattina mi svegliai, guardai fuori dalla finestra e subito il mio sguardo venne catturato dalle nubi cariche di pioggia. Stava arrivando una tempesta.
Approfittando del fatto che il sole non era ancora sorto, quindi doveva essere presto, trascinai una sedia accanto alla finestra e cominciai ad osservare. Il cielo non era azzurro e limpido come gli altri giorni; era una distesa di grigio e nero che soffoca il clima estivo. Subito nella mia mente si animarono i pensieri più macabri e oscuri, tristi e angosciosi, che rispecchiavano esattamente ciò che accadeva fuori. Nella mia testa apparve l'immagine del cadavere di mia madre, uccisa da una malattia incurabile. Dopo un paio di minuti dalle nubi cominciarono a scendere delle grosse gocce d'acqua che si schiantavano contro l'erba soffice con una forza crescente. Un lampo e subito dopo un tuono scosse il cielo, facendo tremare la terra. I miei occhi si riempirono di paura e di lacrime, che cadevano pesantemente sul mio abito. Il chiacchiericcio delle domestiche era completamente coperto dallo scroscio della pioggia. Tuttavia, al di là dell'oscuro manto di nubi, si riusciva a intravedere il sole che stava iniziando a sorgere. Nei pensieri oscuri che offuscavano la mia mente il debole bagliore della felicità cominciava a farsi spazio. Ricordavo il suo sorriso, la sua risata. Quanto mi mancava! La tempesta di calmò, ora piovigginava. Il cielo si tinse di un rosa pesca, misto al colore del grano e del sangue. La pioggia cessò, le nubi si diradarono, per lasciare spazio al Sole, che lentamente avanzava, illuminando ogni cosa. La mia mente fu affollata da tutti i ricordi felici e gioiosi vissuti fino a quel momento, spazzando via la tristezza. I suoi abbracci... Da piccola temevo le tempeste e ogni volta che ne arrivava una mia madre mi stringeva a lei per rassicurarmi. Dopo una mezz'ora il Sole risplendeva al centro del cielo, illuminando un arcobaleno. I miei occhi si incantarono alla vista di tale bellezza, perdendosi nella moltitudine di colori di quell'arco infinito.
Approfittando del fatto che il sole non era ancora sorto, quindi doveva essere presto, trascinai una sedia accanto alla finestra e cominciai ad osservare. Il cielo non era azzurro e limpido come gli altri giorni; era una distesa di grigio e nero che soffoca il clima estivo. Subito nella mia mente si animarono i pensieri più macabri e oscuri, tristi e angosciosi, che rispecchiavano esattamente ciò che accadeva fuori. Nella mia testa apparve l'immagine del cadavere di mia madre, uccisa da una malattia incurabile. Dopo un paio di minuti dalle nubi cominciarono a scendere delle grosse gocce d'acqua che si schiantavano contro l'erba soffice con una forza crescente. Un lampo e subito dopo un tuono scosse il cielo, facendo tremare la terra. I miei occhi si riempirono di paura e di lacrime, che cadevano pesantemente sul mio abito. Il chiacchiericcio delle domestiche era completamente coperto dallo scroscio della pioggia. Tuttavia, al di là dell'oscuro manto di nubi, si riusciva a intravedere il sole che stava iniziando a sorgere. Nei pensieri oscuri che offuscavano la mia mente il debole bagliore della felicità cominciava a farsi spazio. Ricordavo il suo sorriso, la sua risata. Quanto mi mancava! La tempesta di calmò, ora piovigginava. Il cielo si tinse di un rosa pesca, misto al colore del grano e del sangue. La pioggia cessò, le nubi si diradarono, per lasciare spazio al Sole, che lentamente avanzava, illuminando ogni cosa. La mia mente fu affollata da tutti i ricordi felici e gioiosi vissuti fino a quel momento, spazzando via la tristezza. I suoi abbracci... Da piccola temevo le tempeste e ogni volta che ne arrivava una mia madre mi stringeva a lei per rassicurarmi. Dopo una mezz'ora il Sole risplendeva al centro del cielo, illuminando un arcobaleno. I miei occhi si incantarono alla vista di tale bellezza, perdendosi nella moltitudine di colori di quell'arco infinito.
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