domenica 3 novembre 2013

Un altro mondo

Era mattina. Mi ero appena svegliato da un sogno stranissimo, sembrava reale e mi ricordavo perfettamente tutto.

Ero in un altro mondo. Il sole, di un giallo molto intenso, accecava i miei occhi. Il cielo era popolato da figure strane, non uccelli, non nuvole, ma semplici figure geometriche: cerchi, poligoni,linee curve, orizzontali e verticali intrecciate fra di loro. Si poteva anche intravedere una pipa fumante fluttuare leggera in questo insolito cielo. Non aveva senso niente in questo mondo. Non c'era tempo, non c'era spazio.
Le piante erano bizzarri coni bianchi e neri, strumenti geometrici che crescevano spontaneamente dalla arida terra di quel luogo. Un pesce se ne stava sdraiato sulla sabbia rovente a prendere il sole, rilassandosi.Avvistavo anche bisce nere, rosse, verdi, che volavano, che strisciavano, che mangiavano o che si nascondevano cercando di non diventare la prenda di qualche strano animale.
La cosa più inquietante che mi ricordo era un grande occhio azzurro: cosa voleva da me? Perché mi fissava in quel modo?
L'ansia, la paura, il terrore mi assalivano. Quello stravagante mondo mi metteva angoscia, riusciva perfino ad inquietarmi, al punto che, quando mi svegliai, ero sudato e il cuore mi batteva all'impazzata, credendo di non riuscire mai a svegliarmi da quell'incredibile sogno.

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