domenica 10 novembre 2013

Eden

Ad Iris era capitato molte volte di vedere i suoi nonni parlare a bassa voce con un'aria nostalgica, ma si era resa conto che ogni volta che la scorgevano questi sussurri cessavano immediatamente.

Tutti i ragazzi sapevano che c'era un segreto, un enorme segreto che riguardava il grande arco bianco nel mezzo del parco, solo che nessuno sapeva di cosa si trattasse.
Negli anni erano state fatte diverse ipotesi a riguardo; e quella degli alieni sembrava essere la più quotata tra i ragazzi, ma l'unica cosa certa era che i vecchi sapevano e non volevano raccontare.
Iris era sicura quell'arco fosse collegato a qualcosa di non propriamente ordinario, dato che era spesso capitato che il sopracitato arco irradiasse strane luci verdognole durante la notte.
Da qui era nata la leggenda della cryptonite, che era stata ritenuta, però, troppo improbabile anche dai più fantasiosi.
L'arco restava quindi avvolto dal mistero.

Iris camminava spedita stringendosi addosso la felpa per tentare di ripararsi dal vento infernale che si stava divertendo ad aggrovigliarle i capelli lunghi davanti agli occhi e sperando di arrivare a casa il prima possibile.
Improvvisamente una folata di vento le strappò la cuffia dal capo.
Iris, profondamente irritata, imprecò e corse dietro al suo cappello che turbinava nell'aria.
Non credette ai suoi occhi quando la cuffia di lana grigia s'infilò nell'arco scomparendo.
Allibita, la ragazza, corse dietro la costruzione sperando di essersi immaginata tutto, ma del cappello nessuna traccia.
Sempre più incredula raccolse un sasso tondo, di quelli che si possono far saltare sull'acqua, e lo lanciò nel varco.
Il sasso scomparve a mezz'aria.
Iris si avvicinò all'arco di marmo bianco e stese un braccio.
Con occhi sgranati vide la propria mano scomparire al di là di qualcosa.
Con la mano percepiva una temperatura mite, in netto contrasto con il vento gelido che c'era dall'altra parte dell'arco? Del portale? Non lo sapeva nemmeno lei.
Dimentica della sua cuffia Iris corse verso casa decisa a ricevere le dovute spiegazioni.
Entrò nella villetta a schiera sbattendo la porta con foga:
Nonna! Dove sei?”
Dalla cucina uscì una donna alta e asciutta, con un viso spigoloso ma gioviale; indossava un lungo abito verde scuro e teneva i capelli candidi raccolti sulla nuca con delle forcine.
Iris, bambina mia quante volte di ho detto di fare attenzione alla porta?” riprese cordialmente la nipote fissandola da sopra gli occhiali.
Dobbiamo parlare.” fu la risposta secca e concisa della ragazza.
La donna ebbe un sussulto, come se già intuisse di cosa volesse discutere, e fece segno alla nipote di seguirla in cucina.
Era preoccupata, più volte in passato Iris aveva tentato di estorcere ai nonni informazioni sull'arco, ed ogni volta il tutto si era tramutato in un furioso litigio.
Iris cominciò a raccontare del cappello e del sasso con piglio battagliero, e quando giunse alla parte del braccio, fissò la nonna con uno sguardo impertinente; come se volesse sfidarla a dirle che si era semplicemente immaginata tutto un'altra volta.
E non dirmi che sono solo una ragazza molto fantasiosa, ho visto chiaramente il mio braccio sparire al di là di quel... qualunque cosa sia!”
La nonna le rivolse un'occhiata sconcertata e si rivolse a lei incredula:
Bambina mia, vorresti dire che il tuo braccio, una parte del tuo corpo, ha oltrepassato la soglia del portale?”
Esattamente. Ed ora saresti pregata di spiegarmi tutta questa storia.” Da come lo disse sembrò molto di più un ordine che una richiesta.
La donna fece un respiro profondo, si passò una mano sul volto e cominciò a parlare con un tono che la fece sembrare infinitamente più vecchia degli anni che dimostrava.
Penso che ormai sia lampante il fatto che quell'arco non sia soltanto una scultura atta ad abbellire il parco; in realtà è un portale. Una porta che ti permette di passare da questa realtà ad un'altra.”
Non capisco, cosa intendi per un'altra realtà?”
E' una storia antica bambina mia, ma straordinariamente prevedibile.
Quand'ero giovane vivevo con la mia famiglia in un luogo incredibile, dove la terra produceva spontaneamente frutti incredibili, dove la natura e gli animali non potevano arrecare danni all'uomo, vivevamo in piccoli villaggi dove si conduceva una vita armoniosa e felice.
Questo posto era, anzi è, chiamato Eden.”
Iris era stupefatta, sapeva che c'era un segreto, ma non avrebbe mai immaginato nulla di simile.
Eden?! Quindi vivevi nel paradiso terrestre che Dio creò inizialmente per gli uomini?”
Non so quel posto fosse stato creato da Dio, ammesso che esista, ma di certo la descrizione fatta nella Bibbia corrisponde in pieno. Eden era davvero un paradiso.”
Allora perché ve ne andaste?”
Come potrai immaginare non fu una nostra decisione, la mia ed altre famiglie vennero esiliate dopo la venuta dei Cacciatori.”
Cacciatori?”
Un giorno una decina di uomini giunse nel nostro villaggio, erano vestiti di scuro e portavano in spalla degli strani strumenti. Quando qualcuno chiese loro da dove venissero essi risposero che erano passati sotto un arco candido durante una battuta di caccia.
Inizialmente la nostra attenzione si focalizzò sul portale e sul mondo che c'era dall'altra parte e gli uomini si stabilirono ad Eden con buona pace di tutti.
Erano passati mesi e si erano tutti creati una famiglia quando qualcuno volle chiedere cosa fossero quegli strani strumenti che portavano in spalla il giorno del loro arrivo.
Essi ci parlarono della caccia e di come alcuni uccidessero gli animali per procurarsi sostentamento.
La popolazione di Eden era sconvolta, sdegnata che qualcuno potesse uccidere dei doni di Madre Natura, così i cacciatori vennero esiliati, rispediti insieme alle loro neonate famiglie al di là del portale che venne sigillato.”
La nostalgia e la tristezza erano percepibili negli occhi e nella voce della donna, che dovette asciugarsi una lacrima prima di continuare.
Ci stanziammo qui, costruendo una città praticamente da zero. Nessuno voleva allontanarsi dal portale nella speranza che un giorno potesse venire riaperto.”
A quanto pare quel giorno è arrivato.”
Sì, gli esiliati di Eden sono pronti a tornare a casa.”



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