Ad
Iris era capitato molte volte di vedere i suoi nonni parlare a bassa
voce con un'aria nostalgica, ma si era resa conto che ogni volta che
la scorgevano questi sussurri cessavano immediatamente.
Tutti
i ragazzi sapevano che c'era un segreto, un enorme segreto che
riguardava il grande arco bianco nel mezzo del parco, solo che
nessuno sapeva di cosa si trattasse.
Negli
anni erano state fatte diverse ipotesi a riguardo; e quella degli
alieni sembrava essere la più quotata tra i ragazzi, ma l'unica cosa
certa era che i vecchi sapevano e non volevano raccontare.
Iris
era sicura quell'arco fosse collegato a qualcosa di non propriamente
ordinario, dato che era spesso capitato che il sopracitato arco
irradiasse strane luci verdognole durante la notte.
Da
qui era nata la leggenda della cryptonite, che era stata ritenuta,
però, troppo improbabile anche dai più fantasiosi.
L'arco
restava quindi avvolto dal mistero.
Iris
camminava spedita stringendosi addosso la felpa per tentare di
ripararsi dal vento infernale che si stava divertendo ad
aggrovigliarle i capelli lunghi davanti agli occhi e sperando di
arrivare a casa il prima possibile.
Improvvisamente
una folata di vento le strappò la cuffia dal capo.
Iris, profondamente irritata, imprecò e corse dietro al suo cappello che turbinava nell'aria.
Iris, profondamente irritata, imprecò e corse dietro al suo cappello che turbinava nell'aria.
Non
credette ai suoi occhi quando la cuffia di lana grigia s'infilò
nell'arco scomparendo.
Allibita,
la ragazza, corse dietro la costruzione sperando di essersi
immaginata tutto, ma del cappello nessuna traccia.
Sempre
più incredula raccolse un sasso tondo, di quelli che si possono far
saltare sull'acqua, e lo lanciò nel varco.
Il
sasso scomparve a mezz'aria.
Iris
si avvicinò all'arco di marmo bianco e stese un braccio.
Con
occhi sgranati vide la propria mano scomparire al di là di qualcosa.
Con
la mano percepiva una temperatura mite, in netto contrasto con il
vento gelido che c'era dall'altra parte dell'arco? Del portale?
Non lo sapeva nemmeno lei.
Dimentica
della sua cuffia Iris corse verso casa decisa a ricevere le dovute
spiegazioni.
Entrò
nella villetta a schiera sbattendo la porta con foga:
“Nonna!
Dove sei?”
Dalla
cucina uscì una donna alta e asciutta, con un viso spigoloso ma
gioviale; indossava un lungo abito verde scuro e teneva i capelli
candidi raccolti sulla nuca con delle forcine.
“Iris,
bambina mia quante volte di ho detto di fare attenzione alla porta?”
riprese cordialmente la nipote fissandola da sopra gli occhiali.
“Dobbiamo
parlare.” fu la risposta secca e concisa della ragazza.
La
donna ebbe un sussulto, come se già intuisse di cosa volesse
discutere, e fece segno alla nipote di seguirla in cucina.
Era
preoccupata, più volte in passato Iris aveva tentato di estorcere ai
nonni informazioni sull'arco, ed ogni volta il tutto si era tramutato
in un furioso litigio.
Iris
cominciò a raccontare del cappello e del sasso con piglio
battagliero, e quando giunse alla parte del braccio, fissò la
nonna con uno sguardo impertinente; come se volesse sfidarla a dirle
che si era semplicemente immaginata tutto un'altra volta.
“E
non dirmi che sono solo una ragazza molto fantasiosa, ho visto
chiaramente il mio braccio sparire al di là di quel... qualunque
cosa sia!”
La
nonna le rivolse un'occhiata sconcertata e
si rivolse a lei incredula:
“Bambina
mia, vorresti dire che il tuo braccio, una parte del tuo corpo, ha
oltrepassato la soglia del portale?”
“Esattamente.
Ed ora saresti pregata di spiegarmi tutta questa storia.” Da come
lo disse sembrò molto di più un ordine che una richiesta.
La
donna fece un respiro profondo, si passò una mano sul volto e
cominciò a parlare con un tono che la fece sembrare infinitamente
più vecchia degli anni che
dimostrava.
“Penso
che ormai sia lampante il fatto che quell'arco non sia soltanto una
scultura atta ad abbellire il parco; in realtà è un portale. Una
porta che ti permette di passare da questa
realtà ad un'altra.”
“Non
capisco, cosa intendi per un'altra realtà?”
“E'
una storia antica bambina
mia, ma straordinariamente
prevedibile.
Quand'ero
giovane
vivevo con la mia famiglia in un luogo incredibile, dove la terra
produceva spontaneamente frutti incredibili, dove la natura e gli
animali non potevano arrecare danni all'uomo, vivevamo in piccoli
villaggi dove si conduceva una vita armoniosa e felice.
Questo
posto era, anzi è, chiamato Eden.”
Iris
era stupefatta, sapeva che c'era un segreto, ma non avrebbe mai
immaginato nulla di simile.
“Eden?!
Quindi vivevi nel paradiso terrestre che Dio creò inizialmente per
gli uomini?”
“Non
so quel posto fosse stato creato da Dio, ammesso che esista,
ma di certo la descrizione
fatta nella Bibbia corrisponde in pieno. Eden era davvero un
paradiso.”
“Allora
perché ve ne andaste?”
“Come
potrai immaginare non fu una nostra decisione, la mia ed altre
famiglie vennero esiliate dopo la venuta dei Cacciatori.”
“Cacciatori?”
“Un
giorno una decina di uomini giunse nel nostro villaggio, erano
vestiti di scuro e portavano in spalla degli strani strumenti.
Quando qualcuno chiese loro da dove venissero essi risposero che
erano passati sotto un arco candido durante una battuta di caccia.
Inizialmente
la nostra attenzione si focalizzò sul portale e sul mondo che c'era
dall'altra parte e gli uomini si stabilirono ad Eden con buona pace
di tutti.
Erano
passati mesi e si
erano tutti creati una famiglia quando qualcuno volle chiedere cosa
fossero quegli strani strumenti che portavano in spalla il giorno del
loro arrivo.
Essi
ci parlarono della caccia e di come alcuni uccidessero gli animali
per procurarsi sostentamento.
La
popolazione di Eden era sconvolta, sdegnata che qualcuno potesse
uccidere dei doni di Madre Natura, così i cacciatori vennero
esiliati, rispediti insieme alle loro neonate famiglie al di là del
portale che venne sigillato.”
La
nostalgia e la tristezza erano percepibili negli occhi e nella voce
della donna, che dovette asciugarsi una lacrima prima di continuare.
“Ci
stanziammo qui, costruendo una città praticamente da zero. Nessuno
voleva allontanarsi dal portale nella speranza che un giorno potesse
venire riaperto.”
“A
quanto pare quel giorno è arrivato.”
“Sì,
gli esiliati di Eden sono pronti a tornare a casa.”
va bene, molto fantasy
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