Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere a diciassette anni.
Il mio corpo è cambiato, io sono cambiata.
La mia vita non è una sola, sono due. Dentro di me, in questo momento, c'è un corpicino che sta crescendo. Sento sulle spalle la responsabilità di questo bambino concepito per sbaglio, però c'è, è qui, dentro di me, e... gli voglio bene.
Stavo leggendo sdraiata sul divano quando il bambino ha scalciato, istintivamente ho sorriso mettendo una mano sul pancione, era una sensazione strana e piacevole allo stesso tempo.
Diventare mamma credo sia una delle cose più belle che possa capitare, ma a quest'età non è il massimo. Quando nascerà non potrò più andare alle feste, andare ballare in discoteca, dovrò ripetere l'anno scolastico, avrò dei pannolini da cambiare. Ma il vero problema è: come farò ad accudire un bambino tra un mese, se mi dimentico di cambiare l'acqua al pesce rosso adesso? E cosa ancora peggiore è che ho litigato col mio fidanzato, è da tre settimane che non si fa sentire e il mio bambino non può crescere senza un papà.
Decido di andare a casa sua per chiarire, mi ha aperto la sorellina e mi dice che è in garage, lo raggiungo. Lo trovo alle prese con dei pezzi di legno di diverse forme, appena si rende conto della mia presenza mi dice col suo solito tono arrogante: "Bella la pancia, arreda!" Forse era ancora arrabbiato dall'ultima volta, così faccio finta di niente e mi avvicino a lui. Dopo un po' di silenzio inizia a parlare: "Ho paura Cami. Non so come comportarmi, non sono pronto per fare il padre, sono troppo giovane. Non riesco a immaginarmi mentre cambio pannolini!"
"Perchè io?! Ho un bambino in grembo, le caviglie gonfie e mal di schiena. L'unica cosa di cui sono sicura è che non sono pronta a fare la mamma, ma devo farlo, per il nostro bambino. Lo faccio perchè anche se non lo conosco, lo amo. Fa parte di me, è entrato nella mia vita e anche nella tua che tu lo voglia oppure no. So che in fondo anche tu ci vuoi bene, quindi ti sto solo chiedendo di non lasciarci proprio adesso che abbiamo bisogno di te!" Gli rispondo accarezzandomi la pancia. Lui guardandomi con occhi dolci mi fa segno di sedermi vicino a lui: "Dai vieni qui, sto costruendo un giochino da appendere alla culla del piccolo, mi aiuti?" Non me lo faccio ripetere due volte, e inizio colorare i pezzetti di legno con le tempere.
Sono felice. So che non sarà facile, ma non sarò da sola.
va bene ma...spero che si tratti di un'altra Cami! ;-)
RispondiEliminaSi si prof, non sono io! Ahahah
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