La gente lo ignorava, ma lui era sempre nella stessa via, con il suo violino, a suonare la sua melodia.
La custodia non conteneva più di 5 euro, ma ogni sera lui suonava.
Amava la musica, l'unico vero amore della sua vita.
La musica.
I passanti, quelli generosi, che capivano la sua situazione e la sua passione, lasciavano qualche spicciolo, il resto, faceva finta che non esistesse.
Con i soldi che guadagnava andava nel bar, cui era solito a pranzare/cenare, mangiava un panino, beveva una coca e tornava sulla sua panchina a dormire per la notte.
Per tutti era solo, ma secondo lui non lo era mai. Era in compagnia del suo più caro amico e compagno d'avventure, il violino.
L'unico che gli stava accanto in ogni momento, l'unico che capiva le sue angosce, i suoi dolori, i suoi dispiaceri.
L'unico che capiva.
Arrivava la mattina e si rimetteva a suonare e così come tutti i giorni, in compagnia del suo violino.
bar, cui > bar, in cui
RispondiEliminasuonare e così> suonare così
pienamente sufficiente