domenica 3 novembre 2013

LE NOTE

Le note sovrastavano tutto. Quando venivano suonate era come se tutta Parigi si fermasse per qualche istante ad ascoltarle,
in quel momento nulla era importante, tutti erano troppo impegnati ad ascoltarle per fare qualsiasi altra cosa. A nessuna importava se colui che riusciva a suonare quelle note era un barbone. Si proprio così, un semplice barbone. Ogni sera l’uomo suonava davanti all’uscita della metro, era impossibile non fermarsi ad ascoltare il suo violino, era come se riuscisse a fargli raccontare una storia. Molti bambini dovevano essere trascinati via a forza dalle madri, e la maggior parte delle persone si chiedeva come facesse un barbone a suonare uno strumento così bene.

Nessuno sapeva che quel barbone era un musicista. Colui che si vestiva di stracci e suonava fuori dalla metro non era un poveraccio ma un musicista, l’uomo era alla ricerca della musica, quella che non si può imparare sui libri, quella che ti arriva al cuore e ti fa commuovere.

Il musicista suonava in una grande orchestra, ma appena poteva suonava per strada. Aveva ricevuto molte più soddisfazioni davanti all’uscita dalla metro che in teatro; i bambini chiedevano ai genitori di poter iniziare a suonare, e gli adulti si commuovevano, nessuno aveva mai sentito una musica così, che ti arrivava al cuore.

1 commento:

  1. ascoltarle> c'è una ripetizione
    Si proprio> Sì proprio
    della metro> del metro
    quella che ti arriva al cuore e ti fa commuovere.> quella che arriva al cuore e fa commuovere.

    discreto

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