domenica 3 novembre 2013

LAND, OCCHI DI GHIACCIO

di Alessia Rossi
Correva l’anno 1600 e Land, meglio conosciuto come Occhi di Ghiaccio,  cavalcava verso una meta ben precisa, come sempre.  
Il cavallo, forse uno dei più veloci su tutta la terra, correva incessantemente da più di una settimana e Land sentiva il suo respiro affannoso  sotto l’elmo. Ormai erano  quasi 10 anni che svolgeva quel lavoro e si sentiva fiero; nessuno scrupolo  nella sua mente quando doveva uccidere o torturare qualcuno, uomo, donna, bambino o anziano non facevano nessuna differenza, anzi,  talvolta provava un piacere particolare per la tortura, perché lui era un sicario. Era stato chiamato in tutta fretta dal re Perrins per una faccenda di importanza capitale.
Re Perrins era venuto a sapere qualche settimana prima, che un vecchio mercante faceva una fortuna vendendo gioielli di altissimo valore. Essendo molto curioso, mandò un uomo di sua fiducia al mercato e si finse molto interessato alla sua merce. Il vecchio mercante aveva sì una piccola bancarella al mercato, ma concludeva i suoi affari sempre in luoghi tetri e lontani dalla vita quotidiana. Nessuno sapeva il perché; lui diceva che i suoi gioielli, essendo di altissimo valore, preferiva venderli in posti sicuri. Tantissimi nobili venivano da molto lontano solo per ammirare i magnifici gioielli del mercante e la maggior parte delle volte li compravano ad altissimo prezzo, questo spiegava il tanto arricchirsi. Ma re Perrins non era molto sicuro della vera autenticità di quei gioielli; quando l’uomo tornò al castello, il re si fece raccontare per filo e per segno tutto quello che era successo con il mercante. L’uomo cominciò a raccontare dicendo che la mattina era sceso al mercato molto presto per non trovare tanta fila davanti alla bancarella, infatti aveva trovato solo un paio di persone davanti. Arrivato il suo turno, essendo un nuovo cliente, il vecchio mercante gli fece visitare tutta la bancarella raccontandogli un sacco di cose stranissime riguardo tutti i materiali che vendeva. Su richiesta del re, decise di acquistare un anello; l’aveva pagato una fortuna, ma al re non interessava. Il mercante gli aveva dato appuntamento due giorni dopo, in una stretta via del paese. Arrivato il giorno, l’uomo andò nel posto prestabilito e concluse l’affare con il mercante. Appena tornò al castello lo mostrò al re che meravigliato lo prese in mano. In effetti agli occhi del re, era il gioiello più bello che avesse mai visto: in cima aveva incastonato un diamante azzurro come il ciel sereno di quella mattina e intorno era completamente ricoperto da quello che sembrava oro. Senza togliere lo sguardo da quella meraviglia, chiamò un grande esperto per far testare il materiale. L’uomo aveva bisogno di tempo per poter guardarlo attentamente e Perrins si mise comodo sulla sua sedia per attendere il verdetto finale. Dopo circa un’ora di consultazione, l’uomo riferì al re che il gioiello che aveva acquistato era tutta una truffa:  si trattava di un comunissimo materiale che però poteva essere scambiato per un altro molto prezioso. Il re infuriato per la presa in giro, comandò ai suoi servi di arrestarlo immediatamente, ma quello, sapendo di aver venduto una patacca spacciandola per prezioso, era precipitosamente scomparso. Il re convocò subito il suo sicario e gli ordinò di uccidere senza pietà l’uomo che lo aveva truffato. Ma il vero problema era: quale direzione aveva preso il mercante? Land però aveva le sue conoscenze e partì immediatamente alla ricerca dell’ uomo. Dopo diversi giorni arrivò a Tear, un piccolo villaggio a pochi chilometri dalla fortezza,  e si recò immediatamente alla locanda del suo amico, Thor che conosceva sin dall’infanzia. Non si vedevano da molto tempo e parlando, Land accennò all’amico che era in cerca di un mercante di gioielli. Thor lo informò subito che un mercante aveva alloggiato lì proprio due giorni fa e aveva sentito che era diretto verso Gerdar, un minuscolo paesino abitato da una decina di persone a circa cinque chilometri da lì. Lo informò anche che stava viaggiando con una carro molto pesante, quindi la sua andatura non poteva di certo essere elevata. Land ringraziò velocemente il suo amico e ripartì al galoppo;  voleva trovarlo prima che arrivasse in paese, se no sarebbe stato più complicato ucciderlo. Secondo i calcoli di Land dovevano essere circa le sei di sera, ma essendo in pieno inverno, era già calato il sole; il cavaliere non si fermava, continuava imperterrito il suo viaggio, fino a quando non si accorse che davanti a lui c’era un grosso carro pieno di sacchi e scatole. Senz’altro doveva essere lui. Senza troppi indugi, incitò il cavallo ad andare più veloce  fermandosi proprio davanti a lui costringendolo a frenare di colpo. Tutta la sua merce cadde sulla stradina: c’erano collane, anelli e bracciali dappertutto: “Ehi tu ragazzino, come ti permetti di tagliarmi la strada in quel modo”, disse il mercante infuriato mentre scendeva dal carro per raccogliere le sue cose; “Hai visto che pasticcio hai fatto” continuò l’uomo, “adesso mi aiuti a rimettere tutto al suo posto”. Land, scese anche lui da cavallo e si avvicinò al mercante  con aria di sfida: “Tu non sai chi sono. Io sono Land. O forse mi conosci meglio come Land, Occhi di Ghiaccio.” A quest’ultima frase il mercante, riconoscendolo alzò le mani in segno di arresa. “Oh, ma tu sei un sicario. Ti prego non farmi del…”  Land non gli fece finire la frase, si scagliò contro di lui colpendolo violentemente alla testa e l’uomo svenne. Dopo circa mezz’ora, il mercante riprese i sensi e quando riaprì gli occhi si trovò a torso nudo legato ad un albero. Davanti a lui c’era Land che gli sorrideva. Il sicario si avvicinò e cominciò a torturarlo non curante delle urla di dolore dell’uomo. Dopo avergli procurato delle ferite gravi al petto, gli diede alcuni pugni al ventre facendogli sputare sangue dalla bocca. Alla fine decise che poteva bastare e gli diede tre pugnalate al cuore. Sotto il cadavere del mercante c’era un’enorme pozzanghera di sangue ma questo non toccò il cuore del terribile Land. Aveva portato a termine la sua missione, si sentiva potente. Tornando dal suo cavallo, gli sussurrò in un orecchio: “Pronto per un’altra missione” e salendo sul suo destriero fece marcia indietro diretto alla propria casa pronto per una nuova missione.

1 commento:

  1. i suoi gioielli, essendo di altissimo valore, preferiva venderli in posti sicuri>preferiva vendere in posti sicuri i suoi gioielli, che erano di altissimo valore,
    visitare tutta la bancarella> vedere tutta la bancarella
    tutta una truffa> una truffa
    due giorni fa > due giorni prima
    paesino > paese

    un po' troppo lungo e non sempre coerente. Cura maggiormente la forma

    strettamente sufficiente

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