Era lei; era Angelica, di nome e di fatto.
La osservavo silenziosa mentre fissava il paesaggio esterno con sguardo velato di una leggera innocenza a causa della giovanissima età.
Un sorriso timido sembrava spuntare sul suo viso.
"Va tutto bene signorina?" chiesi con materna apprensione.
"Certamente, non preoccuparti Ginevra. Piuttosto, conosci il nome del ragazzo laggiù?" domandò arrossendo. Mi avvicinai all'enorme finestra ed osservai. C'erano almeno una dozzina di giovani della sua età. "Quale tra quelli è il fortunato ad aver catturato il tuo sguardo?".
"Vorrai dire sfortunato!" replicò ridendo. "Comunque mi riferivo a quello alto, con un ciuffo di capelli scuri che ricade sulla fronte. Quello vicino al pozzo, insomma!" continuò.
"Mmmm, mi dispiace ma credo di non avere nessuna conoscenza che lo riguarda. Piuttosto, penso sia un forestiero. Non si è mai visto qui prima d'ora." affermai sicura.
"Voglio scendere e parlargli" fremette Angelica.
"Sai benissimo che tuo padre te lo proibisce. Non puoi permetterti di cedere all'amore prima che lui abbia trovato il tuo futuro sposo. Se accade, manderai a monte i suoi piani e, preda della sua furia, potresti essere sbattuta in strada. Non voglio che accada." mormorai con la voce strozzata.
Sospirò. "Immagino tu non possa fare nulla per impedire che sia così" disse rivolgendomi uno sguardo indulgente.
Il mio cuore perse un colpo.
"Sai bene che sono pienamente d'accordo con tuo padre. Soffrirai meno se ti sposerai con un uomo senza averne un altro nel cuore." Insistetti.
Ora il suo sguardo da adolescente non era più così luminoso.
Un cielo grigio e torbido si impadronì dei suoi occhi rendendoli spenti e terribilmente tristi.
"Capirai, bambina" dissi congedandomi.
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