Karl era un bambino di 8 anni che viveva a Francoforte.
Era un bambino molto energico, entusiasta di conoscere e fare nuove cose, non aveva molti amici, ma con quelli andava molto d'accordo e voleva loro molto bene.
Aveva un fratello più grande, con il quale non parlava quasi mai perché lui "aveva pensieri diversi dai suoi", e una sorella più piccola, che adorava.
Inoltre, Karl, da quando aveva imparato a leggere, trascorreva molti pomeriggi in biblioteca con suo nonno che gli consigliava ogni volta libri d'avventura e fantastici da leggere, dicendogli che poi li avrebbero commentati insieme.
Nonostante tutto questo, però, Karl non riusciva a togliersi dalla mente le immagini degli sguardi che gli "lanciavano" i bambini più grandi della sua scuola.
Quei bambini, infatti, prendevano in giro Karl perché portava gli occhiali, e per questo era soprannominato "quattrocchi".
Karl, anche se nono lo dava molto a vedere, soffriva e ci restava male.
In quei momenti, allora, si affidava al consiglio del nonno, cioè ignorarli e "fare un respiro profondo".
In quegli istanti si immaginava di essere come l'eroe del suo libro preferito: il cavaliere blu, coraggioso e invincibile che cavalcava tutto l'universo.
Ecco, proprio in quegli attimi, Karl si sentiva "accettato" e sollevato, come se fosse catapultato in un'altra realtà; proprio in quegli attimi si sentiva sé stesso e dimenticava tutto.
con suo nonno> con il suo nonno
RispondiEliminanono lo>non lo
si immaginava> immaginava
cavalcava tutto> cavalcava per tutto
fosse catapultato > fosse stato catapultato
pienamente sufficiente
Brava!
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