La notte era appena calata.
Le nubi in cielo preannunciavano pioggia, mentre la luna somigliava a uno spicchio di arancia. Nell'aria si poteva percepire una brezza estiva che, dato il tardo orario, cominciava a diventare piú fredda. Le strade erano deserte e regnava il silenzio.
Elena correva a perdifiato da più di cinque minuti. Ormai le sue gambe procedevano da sole, spinte da una forza maggiore che lei non riusciva a controllare. Chissà a quanto erano arrivati i battiti del suo cuore: sembrava che quest'ultimo potesse esploderle nel petto da un momento all'altro. Non capiva perfettamente ciò che aveva davanti a causa del buio, ma l'unica cosa che sapeva era che doveva andare avanti e correre piú che poteva.
Da pochi minuti aveva superato le luci della città, e ora si trovava da sola a lottare contro la notte.
Piano piano rallentò e si fermò, appoggiandosi ad un masso piuttosto alto e cercando di far cessare quel fiatone, facendosi anche aria con la mano. Perché era successo a lei? Perché aveva preso quella decisione? Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto quello? Ma certo, ora era tutto chiaro: la finta malattia, la comparsa di quel fratello nascosto, il matrimonio. Tutto aveva un senso. Come aveva potuto essere così stupida?
Si sentiva vuota, insignificante, persino inutile. Si portò le mani alla testa e chiuse gli occhi con forza. Si sedette per terra e si coprì il volto. Tentò di piangere, invano. Si era sfogata talmente tanto che ormai non provava piú nulla. Si sentiva solo vuota, ferita, tradita. Si stese con la testa rivolta verso l'alto e si lasciò cullare dalla dolce brezza notturna.
I suoi occhi celesti ora erano grigi. Un grigio spento, scialbo, opaco. Quello che cerchi di evitare, perché non ti trasmette nessuna emozione. Quello che definiscono neutro, ma che di neutro non ha proprio niente. "Neutro". Mah, come se non avesse decisioni, come se non rappresentasse "né uno né l'altro", come se dicesse agli altri colori "Non so fate voi, io mi astengo". E invece no, se solo gli altri sapessero. Il grigio è quello che ne ha passate di più, è il colore dell'insicurezza, della rinuncia. Ecco, Elena si sentiva un po' così. Il grigio crede di essere un colore proprio, quando in realtà proviene dall'unione di nero e bianco. Elena si sentiva così, credeva di essere una persona, ma ora non era più sicura nemmeno di questo, sentiva che forse erano stati gli altri a modellarla.
I suoi occhi erano grigi, spenti. All'interno piccoli intagli più scuri lasciavano spazio all'immaginazione. Davano l'idea di tagli, graffi, squarci. Come se qualcuno avesse voluto tagliare quel grigio e quell'insicurezza che si erano impossessati di lei. Come se qualcuno avesse voluto salvarla da se stessa.
va bene
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