domenica 10 novembre 2013

I gemelli siamesi.

Era una giornata di novembre. Nel villaggio scendevano curiose le nuvole, formando un consistente strato di nebbia che impediva ai passanti di distinguere qualsiasi cosa si trovasse a pochi passi da loro. 
Una giovane donna si faceva largo per raggiungere l'ospedale il più in fretta possibile. 
Accanto a lei c'era un uomo sulla trentina, o forse più giovane, che le stringeva la mano come se dovesse darle coraggio. Il ventre prorompente della ragazza la costringeva a movimenti goffi e sgraziati e la obbligava a cercare sostegno nel compagno. Il suo volto era perennemente contratto in una smorfia di dolore, che pareva aumentare ad ogni passo.
 
Il ragazzo era nervoso ed il viso accentuava questa tensione. Aveva due occhi scuri e piccoli, immensamente vuoti. Corrugava spesso la fronte, come se avesse un tic. Si muoveva convulsamente attorno alla sua amata con le sue gracili gambe e, probabilmente, non aveva idea di come comportarsi in quel momento. 
Lei respirava velocemente, si lamentava e, di tanto in tanto, gli stringeva forte il braccio, facendolo sobbalzare. 
Finalmente giunsero in ospedale. Furono accolti da una giovane infermiera, completamente vestita di bianco, che accompagnò la ragazza, ora seduta su una sedia a rotelle, nel reparto designato alla maternità. 
L'uomo fu costretto ad attendere in una sala contigua a quella in cui si trovava sua moglie. 
Si sedette ed aspettò. Era divorato dall'ansia, dall'angoscia. Sentiva delle grida strazianti, segno di un parto difficoltoso e per nulla rassicuranti. Camminava a vuoto per la stanza fermandosi, più o meno ogni volta, ad osservare le fabbriche dalla finestra. 
Finalmente, dopo ore di travaglio, un uomo in camice azzurro, lo condusse dalla ragazza.
Appena le sue gambe superarono la porta, cedettero. 
Vedeva forse doppio? Non riusciva proprio a capire. Com'era possibile che davanti ai suoi occhi si trovassero due bambini? Osservò più attentamente e inorridì. Non erano esattamente due bambini. Le loro teste erano unite all'altezza delle tempie.
Erano due gemelli siamesi.

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