In tanti conoscono la mia triste
storia, e ne raccontano diverse versioni, ma ora voglio ristabilire la verità e
raccontare come sono andate realmente le cose.
Sono la figlia del re Minosse e
sapevo perfettamente quanto accadeva all’interno del labirinto. Una volta
all’anno, sette ragazzi e sette ragazze venivano condotti al suo interno e
mangiati da mio fratello, il Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro. Questo scempio
era iniziato quando alcuni ateniesi, in preda alla rabbia, uccisero mio
fratello, Androgeo; aveva vinto tutti i tornei, disonorando gli abitanti di
Atene. Io volevo salvare le vittime, mi angosciava vedere dei giovani come me,
trascinati lontano dalle famiglie per essere uccisi da mio fratello. Ma se li
avessi aiutati, avrei tradito mio padre e ne avrei subito la collera. Ma sempre
di più ero stanca di vedere vite troncate. Un giorno, un giovane ateniese che
si chiamava Teseo, si offrì volontario per uccidere la bestia. Quando lo venni
a sapere, mi stupii del coraggio dell’eroe, ma sapevo che anche se fosse
riuscito a uccidere il Minotauro, non sarebbe uscito vivo da quelle stanze, era
impossibile trovare la via d’uscita. Quando conobbi Teseo, mi innamorai di lui
e decisi di aiutarlo, anche per salvare gli altri quattordici ragazzi. Mi feci
suggerire da Dedalo, il costruttore del labirinto, un modo per salvarlo. Presi
un gomitolo e legai l’inizio del filo all’entrata, dandogli la restante parte.
In questo modo avrebbe trovato sicuramente l’uscita. Mi promise che mi avrebbe
portato con sé. Non ebbi ripensamenti. Ormai erano anni che mio padre per
punizione faceva uccidere tanti poveri giovani. E non pensai neanche a mio
fratello, che si nutriva di carne umana.
Aspettai trepidante il suo
ritorno, per poter fuggire con lui. Quando finalmente uscì insieme agli altri
ragazzi mi sentii sollevata. Salimmo sulla nave e partimmo per fare ritorno ad
Atene. Ci fermammo all’isola di Nasso, per riposarci. Mi addormentai felice per
il futuro che mi attendeva. Pensai alla mia nuova vita, che avrei passato con
l’uomo che amavo. Al mio risveglio però, non vidi più nessuno sulla spiaggia.
Quando guardai il mare, vidi in lontananza una nave e riconobbi le vele di
Teseo. Lo maledissi e iniziai a piangere talmente a lungo e talmente forte che
Dionisio mi sentì e accorse per sapere cosa fosse successo. Si innamorò di me e
mi sposò e finalmente, dopo tanta tristezza, mi sentii felice.
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