Icaro, stai attento! Ricordati tutto ciò che ti ho
raccomandato prima: tieni le braccia sempre aperte, muovile come fanno gli
uccelli e, cosa più importante, non volare mai troppo vicino al sole.
Le piume
delle ali sono attaccate con la cera e se si scalda si scioglie e cadi! Stai
sempre vicino a me, figlio mio!
Per tutti gli dei, che sensazione meravigliosa volare!
Guarda, figliolo, che panorama! Il cielo, il mare sembra siano un’unica cosa!
Vedi? Che bella che è l’isola di Creta da quassù. Si stava così bene lì. E
pensare che ci ero arrivato perché ero stato costretto all’esilio dopo aver
ucciso mio nipote, quello che stava quasi per superarmi in bravura. Esatto,
perché io sono Dedalo, abile scultore e bravissimo architetto. Un vero genio! Così
quando sono arrivato a Creta, Minosse, il re di quell’isola, mi ha accolto
molto volentieri. E io l’ho ricambiato, costruendo un complicatissimo labirinto
dove rinchiudere per quel terribile mostro metà uomo e metà toro chiamato
Minotauro. Nessuno è mai riuscito a venir fuori dal labirinto. Soltanto Teseo c’è
riuscito, ma solo perché Arianna, la figlia del re Minosse, ha chiesto il mio
aiuto. Siccome avevo costruito io il labirinto, sapevo che l’unico modo per
uscire da lì era legare alla porta d’ingresso un filo che poi doveva essere
riavvolto per ritrovare l’uscita. Poi, però, quando Teseo è uscito dal
labirinto dopo aver ucciso il Minotauro, Arianna è scappata con lui e Minosse
si è infuriato con me. A dire la verità,
Minosse era già da un po’ di tempo che non si fidava molto di me. Infatti, il
Minotauro era figlio di sua moglie Pasifae e di un bellissimo toro bianco del
quale lei si era perdutamente innamorata. E io l’avevo aiutata a conquistare il
toro, costruendo una mucca di legno con una porticina per farci entrare
Pasifae. La mucca era talmente perfetta che sembrava vera e il toro quando l’ha
vista se ne è innamorato e dalla loro unione è nato quel mostro orrendo del
Minotauro.
Allora, un po’ per la storia di Arianna, un po’ per la
vecchia storia di sua moglie, Minosse ha deciso di imprigionare me e mio figlio
Icaro nel labirinto che io stesso avevo costruito. L’unico modo adesso per
uscire da lì era di volare e grazie alla mia genialità ho costruito due paia di
ali, uno per me e uno per mio figlio. Ed eccoci qui adesso tutti e due che
voliamo sopra questo bellissimo mare.
Tutto bene, Icaro? Icaro! Ma dove sei? Icaro! Dove stai
andando? Cosa stai facendo? Ti avevo detto di stare sempre vicino a me!
Disgraziato! Sei troppo vicino al sole! Lo so che più si va in alto e più tutto
è emozionante, ma se la cera si scioglie le piume si staccano. Vedi? Ne hai già
persa qualcuna. Sono laggiù che
galleggiano nel mare. Nooo! Aiuto! Figlio mio, si sono staccate tutte le tue
piume, stai precipitando! Non sai nuotare, morirai annegato!
Tutti hanno sempre seguito i miei consigli e sono riusciti
ad ottenere ciò che desideravano. Solo mio figlio non mi ha voluto ascoltare e
adesso è morto. Io però continuerò il volo e ovunque arriverò costruirò un
tempio, lo dedicherò ad Apollo e vi poserò le ali che ho costruito e che almeno
a me hanno salvato la vita.
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