sabato 3 gennaio 2015

Oltre i propri limiti

Sono Dedalo un famoso architetto e scultore nato ad Atene.
Feci da maestro a mio nipote Talo, divenne talmente bravo da superare le mie doti da artista e io accecato dall'invidia e dall'orgoglio lo uccisi. Sapendo in cuor mio di aver sbagliato, mi recai a Creta, dove venni accolto dal Re Minosse e mi venne da lui commissionata la costruzione del Labirinto in cui avrebbe poi rinchiuso il Minotauro. Aiutai una fanciulla di nome Arianna a far scappare il suo amato Teseo dal Labirinto, consigliandole di legare un filo all'entrata e di srotolarlo durante il tragitto in modo da non dimenticare la strada. Venni scoperto e rinchiuso insieme a mio figlio Icaro nel Labirinto da Minosse, quei due ragazzi erano ormai riusciti a scappare. Pensai che l'unica via di fuga che ci avrebbe portati entrambi alla salvezza fosse il volo, la mia teoria non era del tutto sbagliata, ma il piano non funzionò come avrebbe dovuto. Costruii delle ali per entrambi e le fissai con della cera alle nostre schiene, in modo che fossero sicure e in grado di reggere il nostro peso, raccomandai poi a Icaro di non volare troppo vicino al Sole, di modo che non si sciogliesse, ma come sempre non mi ascoltò, fece le cose a suo modo, preso dall'euforia del volo si spinse troppo in alto per le sue capacità e finì in mare privo di vita, il suo corpo non venne mai ritrovato. Arrivato a Cuma dedicai un altare da me costruito al dio Apollo e vi riposi le ali che mi avevano portato alla libertà, ma ormai quella  sensazione che sarebbe dovuta essere felicità per la riuscita della mia impresa era stata arginata dal dolore per la perdita di mio figlio.

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