domenica 4 gennaio 2015

Piantata in asso

Che magnifica dormita! Dopo tante fatiche, un meritato riposo era proprio quello che ci voleva.
Io e Teseo siamo arrivati ieri sera tardi su quest’isola, l’isola di Nasso, dopo aver navigato a lungo in fuga dall’isola di Creta, dove io vivevo da principessa.
Mi chiamo Arianna e sono la figlia del re Minosse, sovrano di Creta. Mia madre, Pasifae, è una donna molto particolare. Ma forse la colpa non è tutta sua. Infatti, mio padre Minosse aveva chiesto a Poseidone, il dio del mare, di mandargli un toro con la promessa di sacrificarlo in suo onore. Poseidone allora fece uscire dal mare un magnifico toro bianco,  ma Minosse, vedendo quanto era bello quel toro, decise di tenerlo per sé e di sacrificare a Poseidone un altro toro. Poseidone, però, se ne accorse e per punire Minosse dell’inganno fece innamorare sua moglie, cioè mia madre, di quel bellissimo toro bianco. Da quel momento per mia madre il toro diventò una vera ossessione e per realizzare il suo sogno d’amore per l’animale, chiese aiuto a Dedalo, uno straordinario scultore, il quale costruì una mucca di legno, ricoperta da una pelliccia bovina, all’interno della quale si nascose Pasifae. Questa finta mucca era talmente perfetta e bella, che il toro la scambiò per una vera mucca. Dall’unione tra mia madre Pasifae e il toro nacque il Minotauro, il mio fratellastro, una creatura assurda, col corpo da uomo, con due gambe, ma con gli zoccoli, la coda, la pelliccia da bovino e la testa da toro.  Era anche incredibilmente feroce, come un vero animale selvaggio e, per impedire che aggredisse le persone dell’isola, mio padre lo fece rinchiudere in un complicatissimo labirinto, costruito dallo stesso Dedalo che aveva aiutato mia madre a conquistare il toro.
Il Minotauro si cibava anche di carne umana e ogni nove anni da Atene, città che era stata conquistata da Creta, venivano inviati sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al Minotauro in segno di sottomissione a Minosse. Teseo, il figlio del re di Atene, ha deciso di mettere fine a questi assurdi sacrifici umani e ha finto di essere uno dei fanciulli da dare in pasto al mostro. Quando Teseo è arrivato a Creta e io l’ho visto per la prima volta, mi sono innamorata perdutamente di lui. E’ un ragazzo bellissimo, molto sicuro di sé e coraggioso e gli ho promesso di aiutarlo ad uccidere il Minotauro e ad uscire vivo dal labirinto. In cambio del mio aiuto, Teseo ha promesso di portarmi ad Atene con lui e di sposarmi. Così ho legato all’entrata del labirinto un gomitolo di filo che mi era stato dato da Dedalo. Teseo l’ha srotolato man mano che si dirigeva verso il centro del labirinto, ha ucciso il Minotauro spezzandogli il collo a mani nude e ha riavvolto il gomitolo fino a ritrovare la via d’uscita. Io ero lì ad aspettarlo ansiosa. Quando mi ha vista, mi ha abbracciata e mi ha trascinata con lui sulla nave che era nel porto pronta a salpare per Atene. Che gioia ho provato in quel momento! Finalmente ho trovato il grande amore della mia vita! Ed è deciso a sposarmi. Chissà mio padre come si arrabbierà quando scoprirà che sono fuggita col figlio del re di Atene! Ma non mi importa, perché l’unica cosa che mi interessa è stare con la persona che mi ha conquistato il cuore.
Prima di arrivare ad Atene, abbiamo dovuto fermarci qui sull’isola di Nasso a fare delle provviste. Ma era già buio quando siamo arrivati e abbiamo deciso di scendere dalla nave e dormire sull’isola. Ora è mattina, il sole sta sorgendo ed è una giornata meravigliosa. Ma dov’è Teseo? Dove sono gli altri dell’equipaggio? Dov’è la nostra nave? Non c’è più nessuno qui! Aiuto! Mi hanno lasciata da sola! Non ci posso credere, come ho potuto farmi ingannare in questo modo! Avrei dovuto accorgermi che Teseo mi stava prendendo in giro e che non era vero che mi voleva sposare. L’unica cosa che gli interessava era di essere ricordato come un eroe. Quanto sono stata ingenua a fidarmi di lui! Non ho avuto nessun rimorso quando l’ho aiutato ad uccidere il mio fratellastro. Era un mostro terribile, ma era pur sempre sangue del mio sangue.  E non mi sono pentita nemmeno di abbandonare Creta e i miei genitori per scappare con lui ad Atene. Che rabbia! Ho voglia di piangere! Qualcuno mi aiuti, per favore!



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