Poco dopo scomparve nel freddo grigiore del mattino mentre spuntava una giornata di malumore. Era il 20 di marzo, cioè un giorno prima che cominciasse la primavera la quale non si sentiva ancora da nessuna parte. Pioggia e bufere e gente infreddolita in tutto il paese. A Parigi anche la notte precedente il tempo era stato piovoso e burrascoso. Ora gli uccelli dopo un breve tripudio mattutino ammutolirono all'improvviso.
In lontananza, un cielo cupo e nero si avvicinava minaccioso alla città.
Si alzò un imponente vento che spazzò via le prime foglioline dagli alberi, creando minuscoli vortici intorno ad essi.
Iniziò a piovere.
La gente cominciò a sentire di nuovo il suono cadenzato delle gocce d'acqua e il fresco profumo dell'erba bagnata, proveniente dai prati, si fece strada tra i grossi edifici di Parigi. La torre Eiffel, ora, era animata dai lampi e fulmini di quel cielo increspato di nubi creando meravigliosi giochi di luce intorno ad essa.
Le persone cercavano rifugio in ogni luogo fuggendo da quell'ira che oramai aveva invaso la città privandola di luce e vivacità.
Quando sembrava che la giornata finisse in questo grigio malumore il Sole fece capolino dietro le nubi nere annunciando un flebile tramonto su questa meravigliosa città, come volendole regalare un caldo tepore.
il testo è ben scritto
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