martedì 2 aprile 2013

Nostalgia di primavera.


Nonostante mancasse un solo giorno all'inizio della primavera, un cielo cupo e grigio, colmo di nuvole minacciose, dominava i cieli di Parigi. 


Dalla soffitta in cui abitava ormai da cinque anni, Vincent, di paesaggi immaginari, osservava il panorama che campeggiava fuori dalla sua finestra, stringendo tra le mani una tazza di caffè bollente. Scrutava distratto le prime gocce di pioggia colpire forti e rapide come proiettili le pale del Moulin Rouge, che da tempo ormai, dominate dalla ruggine, rimanevano immobili. Aspettò che la pioggia si facesse più fitta per decidersi ad uscire di casa. Aveva scelto di vivere in uno dei quartieri più belli di Parigi, Montmartre, perché solo in un posto pieno d’artisti come quello riusciva a sentirsi libero d’essere se stesso.

Non preoccupandosi di munirsi di un ombrello per potersi riparare dalla pioggia, uscì col sorriso stampato sul volto, pronto per una lunga passeggiata. Vincent amava camminare sotto lo scrosciare perpetuo della pioggia, non c’era cosa al mondo che potesse farlo più felice. Forse c’era, ma si trattava di un sogno irrealizzabile, qualcosa che poteva rivivere solo attraverso i negozi nostalgia che amava tanto.

Una musica a lui ben nota iniziò a diffondersi per quelle piccole stradine che conosceva alla perfezione, una gioiosa melodia che lo contagiò spingendolo ad iniziare a canticchiarla a ruota, come un’ossessione.
Sont des mots qui vont très bien ensemble..”

La leggera camicia color carta da zucchero che Vincent indossava era ormai totalmente fradicia, decise quindi di ripararsi qualche minuto sotto un portico a lui vicino, per poi riprendere il cammino verso casa.
Sotto quel piccolo riparo non era solo, di fianco a lui una ragazza dai lineamenti perfetti aspettava che la pioggia si acquietasse. Era una giovane alta, slanciata, dai capelli color rame e con due meravigliosi occhi verdi.  Gli ricordava tanto una donna di un quadro a lui ben noto, ma che in quel momento non riusciva proprio a ricordare dove lo avesse visto o da chi fosse stato dipinto. 

-Mi scusi, ma io... Credo di averla già vista da qualche parte..-
La ragazza si mostrò cordiale, regalando a Vincent un meraviglioso sorriso.
-Potrebbe essere sa, passo da queste parti in tempo per ogni 21 Marzo..Oh scusi, ma ora devo proprio andare..- disse salutandolo e salendo a bordo del bus.

Vincent non sapeva spiegarsi dove l'avesse già vista, ma appena se ne fu andata, nel piccolo cespuglio che si trovava di fianco al pittore, sbocciò una  Rosa Serratipetala dal colore rosso sgargiante.
Da sotto il portico Vincent scorse il sole nascere pronto ad illuminare e a riscaldare nuovamente Parigi.

Era arrivata la Primavera.





5 commenti:

  1. :) :)
    nel nome un omaggio a Van Gogh?

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  2. Vincent, di paesaggi immaginari, > manca un sostantivo

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  3. Si, è uno dei miei pittori preferiti.
    Mancherebbe 'pittore' me lo sono perso hahaha :)

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  4. Davvero bello! Soprattutto come lo hai scritto...
    :D

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