PER ASPERA AD ASTRA Classe I B LINGUISTICO Liceo Ginnasio Statale"DANIELE MANIN" CREMONA. (ex allievo agente daniele manin agente blogger)
lunedì 1 aprile 2013
La cupa Parigi
L'inverno, la pioggia, il freddo non sembravano mai cessare. Ogni
giorno pareva sempre essere più cupo e in pochi riuscivano a sopportare
la malinconia che quelle giornate riuscivano a trasmettere.
Molte,invece,
erano le persone scocciate,turbate,tristi che passeggiavano frettolose per le
magnifiche vie di Parigi, impugnando il loro ombrello stufo di essere bagnato
ripetutamente. Secondo Sebastian,le persone cambiavano umore in base al tempo.
Sebastian,quella canaglia! Era un vagabondo, viveva nella grande stazione di
Parigi precisamente negli ingranaggi del grande orologio ai piani alti, chissà
come si costruì un piccolo "appartamento" e nessuno mai se
n'era accorto. Gli divertiva vedere la gente frettolosa e fradicia,soprattutto
in quei giorni tremendi, correre per riuscire a raggiungere il binario
esatto per prendere il treno che già si allontanava. Quel giorno,il 20 marzo,il
giorno prima che cominciasse la primavera il piccolo orfano se ne stava appartato
fra gli ingranaggi rigirandosi fra le dita un piccolo anello e guardando fra le
piccole fessure quel cielo. Un cielo che sembrava tutt'altro che primaverile.
Vedeva i parigini goffi e impacciati con i grandi ombrelli neri che si
rivoltavano per colpa del vento impetuoso. Lui rideva come un pazzo ammirando
la gente che correva per recuperare al più presto gli ombrelli scivolati dalla
stretta della mano. Forse era l'unica cosa che lo divertiva. La' fuori era come
se tutto fosse in bianco e nero. Nemmeno un colore. Sebastian ne aveva già
abbastanza di starsene alla "finestra" , decise dunque di uscire
malgrado il tempaccio. La fame non aspetta! Scese e dopo poco si ritrovò nella
stazione. Un controllore ben conosciuto dal brigante lo stava osservando già da
tempo,subito lo avvistò e cominciò a rincorrerlo all'impazzata.
Sebastian,correva e rideva nello stesso tempo. Gusteau non riusciva mai ad
acciuffarlo,quel disgraziato era talmente veloce e lui era lento come una
nonnina svampita. Era grasso e,più di tanto, non riusciva a muoversi. Per
Sebastian,Gusteau non ci vedeva per niente bene...insomma aveva due baffi
enormi che sicuramente gli oscuravano non poco la vista! E mentre il vagabondo
pensava a queste idiozie,si accorse che non era più inseguito da un cane e si
ritrovò fuori dalla stazione con le lacrime agli occhi dal divertimento. La
pioggia picchiettava sull'asfalto così forte che Sebastian era costretto a
tapparsi le orecchie. Senza udito, il piccolo si diresse verso il negozio del
fruttivendolo. Entrò,era il posto perfetto per rubare qualcosa da mangiare. Era
sempre pieno zeppo di gente e nessuno s'accorgeva mai di niente. Andò al banco
delle banane e se ne infilò due fra le lunghe maniche della giacca
pesante. Il fruttivendolo,distratto come sempre se ne stava dietro al banco
servendo gli altri clienti impazienti e bagnati dalla testa ai piedi. Sebastian
uscì dal negozio di corsa,sfrecciando verso la stazione. Gusteau non sembrava
nei paraggi e il furfantello sgattaiolò fino ai piani alti,si sdraiò stremato
sul letto e mangiò le due banane. Non riusciva a tenere gli occhi aperti da
quanto era stanco e difatti si addormentò con ancora un boccone di banana in
bocca. Si svegliò per via della luce del sole che lo infastidiva,poi connesso
il cervello,si precipitò alle fessure e vide un sole pazzesco, un sole
meraviglioso! Il cielo era limpido. Era il 21 marzo 1980. Era primavera e
Sebastian aveva voglia di uscire da quella maledetta topaia,correre in mezzo ai
parchi parigini accompagnato dal dolce profumo dei fiori appena
sbocciati.
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hai visto Hugo Cabret?
RispondiElimina;)
Si prof :) mi sono voluta ispirare a quel film perché è ambientato a Parigi ed anche perché è stata la prima cosa a cui ho pensato!
EliminaBello,tessoro!
RispondiElimina;)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaGrazie mille dalcy ahahahah :D
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