lunedì 1 aprile 2013

La cupa Parigi

L'inverno, la pioggia, il freddo non sembravano mai cessare. Ogni giorno  pareva sempre essere più cupo e in pochi riuscivano a sopportare la malinconia che quelle giornate riuscivano a trasmettere.
Molte,invece, erano le persone scocciate,turbate,tristi che passeggiavano frettolose per le magnifiche vie di Parigi, impugnando il loro ombrello stufo di essere bagnato ripetutamente. Secondo Sebastian,le persone cambiavano umore in base al tempo. Sebastian,quella canaglia! Era un vagabondo, viveva nella grande stazione di Parigi precisamente negli ingranaggi del grande orologio ai piani alti, chissà come si costruì un piccolo "appartamento"  e nessuno mai se n'era accorto. Gli divertiva vedere la gente frettolosa e fradicia,soprattutto  in quei giorni tremendi, correre per riuscire a raggiungere il binario esatto per prendere il treno che già si allontanava. Quel giorno,il 20 marzo,il giorno prima che cominciasse la primavera il piccolo orfano se ne stava appartato fra gli ingranaggi rigirandosi fra le dita un piccolo anello e guardando fra le piccole fessure quel cielo. Un cielo che sembrava tutt'altro che primaverile. Vedeva i parigini goffi e impacciati con i grandi ombrelli neri che si rivoltavano per colpa del vento impetuoso. Lui rideva come un pazzo ammirando la gente che correva per recuperare al più presto gli ombrelli scivolati dalla stretta della mano. Forse era l'unica cosa che lo divertiva. La' fuori era come se tutto fosse in bianco e nero. Nemmeno un colore. Sebastian ne aveva già abbastanza di starsene alla "finestra" , decise dunque di uscire malgrado il tempaccio. La fame non aspetta! Scese e dopo poco si ritrovò nella stazione. Un controllore ben conosciuto dal brigante lo stava osservando già da tempo,subito lo avvistò e cominciò a rincorrerlo all'impazzata. Sebastian,correva e rideva nello stesso tempo. Gusteau non riusciva mai ad acciuffarlo,quel disgraziato era talmente veloce e lui era lento come una nonnina svampita. Era grasso e,più di tanto, non riusciva a muoversi. Per Sebastian,Gusteau non ci vedeva per niente bene...insomma aveva due baffi enormi che sicuramente gli oscuravano non poco la vista! E mentre il vagabondo pensava a queste idiozie,si accorse che non era più inseguito da un cane e si ritrovò fuori dalla stazione con le lacrime agli occhi dal divertimento. La pioggia picchiettava sull'asfalto così forte che Sebastian era costretto a tapparsi le orecchie. Senza udito, il piccolo si diresse verso il negozio del fruttivendolo. Entrò,era il posto perfetto per rubare qualcosa da mangiare. Era sempre pieno zeppo di gente e nessuno s'accorgeva mai di niente. Andò al banco delle banane e se ne infilò due fra le lunghe  maniche della giacca pesante. Il fruttivendolo,distratto come sempre se ne stava dietro al banco servendo gli altri clienti impazienti e bagnati dalla testa ai piedi. Sebastian uscì dal negozio di corsa,sfrecciando verso la stazione. Gusteau non sembrava nei paraggi e il furfantello sgattaiolò fino ai piani alti,si sdraiò stremato sul letto e mangiò le due banane. Non riusciva a tenere gli occhi aperti da quanto era stanco e difatti si addormentò con ancora un boccone di banana in bocca. Si svegliò per via della luce del sole che lo infastidiva,poi connesso il cervello,si precipitò alle fessure e vide un sole pazzesco, un sole meraviglioso! Il cielo era limpido. Era il 21 marzo 1980. Era primavera e Sebastian aveva voglia di uscire da quella maledetta topaia,correre in mezzo ai parchi parigini accompagnato dal dolce  profumo  dei fiori appena sbocciati.

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Si prof :) mi sono voluta ispirare a quel film perché è ambientato a Parigi ed anche perché è stata la prima cosa a cui ho pensato!

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