Così
dal nulla si levò un gran vento, non una brezza tiepida e
primaverile come si confaceva alla stagione che avrebbe dovuto
sbocciare ormai a giorni, bensì un'aria fredda e tagliente:
quell'aria che fa sbattere le porte e sibilare le imposte.
Parigi
in un attimo venne invasa da un turbine di oggetti portati via dal
vento. Giornali, cappelli, volantini colorati e anche qualche fiore
strappato dalle aiuole vagavano conferendo alla città un'aria
confusa ma insolitamente buffa, in quanto la gente aveva preso a
rincorrere i propri averi che saettavano qua e là in preda al vento
impazzito.
I
bambini che uscivano da casa in quel momento per recarsi a scuola
vedevano con grande ilarità le vecchie signore che lottavano
strenuamente per impedire ai lembi dei cappotti di muoversi per i
fatti loro.
Tra
i bimbi riscosse grande successo da un signore di mezz'età che
girava in tondo in una piazzetta cercando di acciuffare il proprio
buffo cappello, quando finalmente vi riuscì e se lo rimise in testa
tutto quel vento si quietò lasciando a tutti il tempo di guardare il
cielo, oramai sgombro dalle nubi che lo avevano infestato i giorni
precedenti, dove un sole timido preannunciava l'arrivo della tanto
attesa primavera.
successo da un > successo un
RispondiEliminacappello, quando finalmente vi riuscì e se lo rimise in testa tutto >cappello; quando finalmente vi riuscì e se lo rimise in testa, tutto
:) :)